Modena non può diventare la pattumiera dell’Emilia Romagna. La Lega Nord continuerà la sua lotta politica contro il costante incremento dei rifiuti che vengono bruciati dall’inceneritore di Modena e agirà in tutti i modi leciti per rendere i cittadini consapevoli dei rischi alla salute ai quali sono esposti.
«È stato avviato un percorso che porterà l’inceneritore di Modena a servire un bacino di utenza regionale», ha dichiarato, qualche tempo fa, l’assessore Arletti, dimentica di quando il PD affermava, ossia che il raddoppio dell’inceneritore era stato deciso unicamente per sopperire ad un fabbisogno modenese. Non è passato molto tempo e la maschera è stata gettata. L’inceneritore di Modena, più grande di quello di Bologna, è destinato a raccogliere rifiuti da tutta la regione, come in parte sta già facendo.
Ogni anno Hera brucia 5mila tonnellate di rifiuti speciali sanitari, ma la nostra provincia ne produce solo 1.500. In più è stato autorizzato un aumento da 30 a 45mila tonnellate di rifiuti industriali che saranno smaltiti dall’inceneritore di Modena.
A questo punto bisogna ricordare, dal momento che c’è di mezzo la salute della popolazione, le sostanze prodotte dal processo di smaltimento tramite inceneritore: acido cloridrico; anidride solforosa, fortemente irritante per gli occhi e le vie respiratorie, causa di edema polmonare; acido fluoridrico; polveri sottili, non biodegradabili, eterne, entrano direttamente nel sangue e l’organismo non è in grado di eliminarle. Possono causare una vasta gamma di malattie tra le quali tumori, ischemie, patologie polmonari, malformazioni congenite…; diossine, tra i più potenti veleni conosciuti, fortemente cancerogene.
Ma qual è il motivo che ha indotto la nostra Amministrazione a percorrere una via così nociva e pericolosa per la popolazione? Una semplice valutazione economica. Hera paga al Comune 9 euro per ogni tonnellata di rifiuti bruciati, per cui più rifiuti gli vengono consegnati più il Comune guadagna.
Da uno studio condotto nel comune di Coriano, a Forlì, sulla popolazione che abita vicino a due inceneritori, è risultato che i tumori alla mammella sono superiori del 54% alla media nazionale, mentre quelli al tratto gastroenterico sforano la media del 17,2%.
Quindi le scelte di bilancio dell’Amministrazione mettono a rischio la salute dei cittadini. E di fronte a questi dati acquistano una valenza di secondo piano le considerazioni sulla perdita di funzionalità di una struttura che è diventata mastodontica e con la quale, per il privato cittadino, diventa sempre più difficile relazionarsi in caso di guasti o problemi di ogni tipo.
La Lega Nord ribadisce quindi il suo no all’idea di Modena centrale regionale dei rifiuti, e auspica che l’amministrazione receda da un progetto folle e che orienti i suoi piani futuri verso forme di smaltimento meno invasive e pericolose e più attente agli equilibri ambientali e al benessere della nostra comunità.