Il 2010 che ci lasciamo alle spalle è un anno contraddistinto dal solito immobilismo della Giunta Sabattini. C’è stato solo un apprezzabile sussulto a metà anno, quando il Presidente si è opposto alla decisione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena di vendere una quota significativa di azioni Unicredit, salvo però fare una rapida retromarcia per rientrare immediatamente nei ranghi, dimostrando il consueto ruolo subalterno al Comune di Modena.
Purtroppo nell’immediato futuro non ci sono segnali di risveglio. Nel bilancio preventivo 2011 non si parla di sistema fieristico, non si parla di rilancio del trasporto pubblico e dei problemi di ATCM, non ci sono investimenti sulla sanità, sulla scuola, ma emergono solo tagli su tagli e ancora i soliti sprechi. In definitiva è stato il tradizionale esercizio contabile e non c’è stato spazio per i grandi temi e le strategie, di cui la Provincia dovrebbe invece occuparsi per garantire un futuro di sviluppo.
Nella sua relazione il Presidente Sabattini non ha affrontato i numerosi elementi di crisi, ma ha preferito la solita propaganda contro il Governo Berlusconi per mascherare le inefficienze di un’Amministrazione incapace di risolvere i vecchi problemi, che hanno radici lontane, frutto di scelte politiche sbagliate. Se gli obiettivi promessi non sono ancora stati realizzati, e difficilmente potranno esserlo nel 2011, non si possono addossare le colpe alla crisi internazionale, né tanto meno alla conseguente rigorosa politica economica del Governo Berlusconi.
In questi anni Sabattini e la maggioranza di centrosinistra hanno sempre cercato di individuare all’esterno i responsabili delle proprie colpe, rimandando la realizzazione dei progetti promessi.
Ora però non è più possibile gettare fumo negli occhi e nascondere la polvere sotto il tappeto: nel 2011 dovranno essere fornite risposte concrete su quei temi che il Presidente Sabattini preferisce non discutere, perché le promesse degli ultimi anni sono diventate questioni spinose di difficile soluzione. Sanità, trasporto pubblico, polo tecnologico nell’area ex Sipe, ModenaFiere, sede unica della Provincia nella ex caserma Fanti sono tutti progetti in sofferenza, e non solo, per fondi insufficienti a vario titolo. Da un lato ci sono gli sprechi e le risorse bruciate dagli errori politici ed economici nelle scelte strategiche e gestionali, dall’altro la diminuzione dei fondi regionali necessari per gli investimenti, con i tagli imposti dalla Regione e subiti passivamente a conferma che la sinistra modenese urla a sproposito contro Berlusconi e Tremonti e tace rassegnata con Errani.
Questi sono gli argomenti che interessano ai cittadini e alle imprese. L’attenzione è invece stata spostata tutta sulla nuova alleanza con l’UDC, che ha votato a favore del bilancio. Premesso che il voto favorevole della maggioranza ad un emendamento presentato dall’opposizione non presuppone necessariamente un voto favorevole della stessa opposizione all’intero bilancio, di fatto l’UDC è entrata, anche se non ufficialmente, a far parte della maggioranza. Trascurando le motivazioni alla base di questo accordo, l’allargamento della maggioranza non è però un segnale di forza ma al contrario è un sintomo di debolezza. Chi ha pensato che questo accordo potesse mettere a tacere il brontolio all’interno della maggioranza, già adesso si ritrova con dei mal di pancia. Probabilmente anche gli elettori dell’UDC non devono stare meglio dopo questo cambio di rotta. Per il momento non resta che aspettare. Solo il tempo e l’entità della dote ci diranno se questa unione di fatto si trasformerà in matrimonio.