Oltre 7.600 ettari di superficie agricola vitata, coperta cioè da vigneti, di cui 6.754 ettari (l’88 per cento) dedicati a vitigni a denominazione di origine controllata o protetta (doc/dop) con 3.860 aziende di cui 3.503 con produzioni doc/dop. Sono questi i dati principali, aggiornati al 31 dicembre 2010, del catasto viticolo della Provincia di Modena.
Confrontando le cifre con quelle del 2009, emerge un calo della superficie vitata (era di poco superiore agli otto mila ettari), compresa quella doc/dop (era 6.905 ettari).
Meno ettari ma con vigneti più giovani e più efficienti grazie anche ai contributi concessi dalla Provincia per le ristrutturazioni; calano complessivamente anche le aziende (per effetto di ristrutturazioni e fusioni), ma resta stabile il numero di quelle che producono vini dop/doc.
«I nostri vigneti – commenta Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura – sono sempre più specializzati e adatti alla vendemmia meccanizzata, mentre le aziende gestiscono superfici sempre più ampie abbattendo i costi di gestione. La ristrutturazione dei vigneti, inoltre, rappresenta una ulteriore garanzia sul futuro di un comparto fondamentale per l’agricoltura modenese. Purtroppo permane la penalizzazione dovuta al costante calo dei prezzi unitari delle uve da vino. In questo scenario – aggiunge Tomei – occorre sottolineare che nel 2010 il Lambrusco è stato il vino più amato dagli italiani ed è anche quello più esportato. Per mantenere questi risultati a livello di mercato occorre puntare sempre di più sulla qualità e sul legame con il territorio. Segnali positivi arrivano anche dalla nuova dop Lambrusco di Modena che si sta affermando sul mercato».
Dai dati del catasto emerge anche che i comuni con più superficie vitata sono nell’ordine Carpi (1334 ettari, 453 aziende), Soliera (853 ettari, 275 aziende), Modena (625 ettari, 333 aziende), Castelvetro (578 ettari, 259 aziende) poi Formigine, Bomporto, S.Prospero, Campogalliano e Novi.
La qualità prevalente è il Lambrusco Salamino (28 per cento degli ettari), poi vengono il Sorbara e il Grasparossa.
Il riconoscimento Doc (con la nuova normativa diventeranno Dop) per il Lambrusco di Sorbara, il Lambrusco Salamino di Santa Croce, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro è arrivato nel 1970, mentre nel 2009 è stato riconosciuto Dop anche il Lambrusco di Modena.