Il 21 marzo è una giornata simbolicamente importante per il nostro territorio e la nostra provincia: nel calendario segna l’inizio della primavera e, proprio a partire dall’immagine dei semi che solo morendo permettono una nuova vita, dal 1995 è appuntamento per celebrare la Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie. Una giornata promossa dalla società civile, la rete di Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e da Avviso Pubblico – associazione tra Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, a cui la Provincia ha scelto di aderire da diversi anni per condividere azioni di prevenzione e contrasto all’infiltrazione mafiosa nel governo degli enti locali.
Lo scorso 21 marzo abbiamo sentito pronunciare, tra le almeno 900 vittime ad oggi riconosciute, anche il nome di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica ucciso lo scorso 6 settembre, amministratore onesto e promotore di uno sviluppo democratico del suo territorio.
Parto da qui, dalla memoria di questa storia e dalla vicinanza che abbiamo voluto esprimere formalmente in Consiglio Provinciale ai familiari e ai cittadini di Pollica, per affermare l’interesse e l’impegno del PD rispetto al tema della presenza mafiosa nel nostro territorio.
All’Istituzione Provinciale abbiamo chiesto infatti una ferma attenzione e impegno, innanzitutto in quanto italiani: che ritengono inaccettabile la violenza mafiosa, la carenza di diritti e sviluppo di alcune delle più belle e potenzialmente ricche zone della nostra penisola, il Mezzogiorno d’Italia; che sentono, con “Avviso Pubblico”, il dovere e la responsabilità di sostenere e collaborare con chi cerchi di costruire percorsi democratici di sviluppo.
In secondo luogo in quanto modenesi, cittadini e politici di un territorio in cui le organizzazioni criminali da tempo fanno affari reinvestendo capitali e “drogando” l’economia, trovando degli interstizi grazie all”indebolimento del tessuto economico (crisi della liquidità, difficoltà di accesso al credito, disoccupazione, ridimensionamento tessuto produttivo), ma anche sociale, alla delegittimazione delle istituzioni, all’affievolirsi del senso etico.
In linea con la recente proposta di legge regionale, sosteniamo perciò l’importanza di coordinare e rafforzare le sinergie interistituzionali non solo per repressione e controllo efficaci (in questa direzione la richiesta di istituzione di un ufficio distaccato della Direzione Investigativa Antimafia a Modena e di politiche rispetto ai fenomeni di prostituzione, gioco d’azzardo, droghe); ma anche per svolgere un’azione preventiva, indirizzata al rafforzamento degli anticorpi del tessuto sociale, economico e istituzionale.
È prioritario innanzitutto sviluppare una conoscenza e una capacità di lettura dell’impatto del fenomeno diffuse sul territorio, a partire dalle questioni inerenti gli appalti nel settore edilizio: il primo approfondimento di questi mesi ha portato a un rafforzamento dell’Osservatorio Appalti pubblici provinciale, ma anche a mettere in luce le responsabilità private e l’importanza di una burocrazia sostenibile.
È prioritario saper valorizzare e sviluppare all’interno della comunità modenese la domanda di eticità portata avanti da molte associazioni e cittadini, in particolare i più giovani, promuovendo con università, scuole e territori percorsi di ricerca e di educazione alla legalità e alla cittadinanza responsabile.
E quindi vogliamo ricordarci, in questo marzo 2011, che non sono e non devono essere le mafie a unire l’Italia, ma il progetto di società democratica contenuto nella nostra Carta Costituzionale, primo testo antimafia che condividiamo. Che devono essere le mafie ad andare in crisi economico finanziaria e non le nostre imprese che hanno prodotto beni e servizi per lo sviluppo del territorio. Che come Istituzioni abbiamo la responsabilità delle parole e delle azioni chiare e coerenti, di essere primo esempio per i cittadini.