Le risorse economiche da destinare alla sanità così come in altri settori sono purtroppo in calo, per poter ottimizzare ed efficientare, nel limite di quanto ci è concesso fare, il dipartimento sanitario della nostra provincia.
Condividiamo sostanzialmente il PAL presentato e valutiamo inoltre positivamente l’ordine del giorno prospettato dal presidente e dalla giunta.
Ci interessa sottolineare come nonostante la crisi economica e finanziaria ed i tagli agli enti locali operati dal governo centrale va riconosciuto lo sforzo di mantenere, efficientandoli, i servizi socio sanitari in essere, e la trasparenza del percorso informativo adottato, arricchito dai contributi pervenuti sul sito della provincia.
In sede di applicazione del Pal, accanto a criteri condivisi di prevalenza della salute del cittadino e della sua sicurezza, suggeriamo:
- che nel riordino della rete ospedaliera circa le attribuzioni di aree di competenza per le singole strutture, si consideri la logica della prevalenza e non della esaustività, salvaguardando le realtà territoriali critiche come la montagna e le strutture di Castelfranco e Finale Emilia;
- si definisca una chiara e precisa disciplina che regolamenti l’uso dei pronto soccorso, i quali spesso sono adoperati in maniera anomala ed impropria causando intasamenti e lunghe attese a chi ne ha reale necessità;
- si attivino le case della salute come elemento di utile servizio al cittadino per rete di competenze professionali e specialistiche, di ampliamento della fascia oraria di accesso e di semplificazione per la fruizione di esami di laboratorio e di diagnostica;
- si consideri la possibilità di ampliare la presenza di automedica nei centri di primo intervento del comprensorio del Cimone e dove l’afflusso turistico considerevole si aggiunge alla criticità tipica della situazione dei comuni montani;
- si coordini il servizio di guardia medica con i medici di medicina generale, le case della salute e gli ambulatori decentrati e con le situazioni specifiche dei pazienti, per questo preferibilmente occorrono scelte di medici che conoscano il territorio, che assicurino frequenza e turnazione stabile, e possano eventualmente anche essere selezionati fra i medici che hanno pochi assistiti;
- il ruolo del medico di medicina generale in alcuni casi dovrebbe essere rivisto trasformandolo da prescrittore di ricette o deviatore verso le strutture specialistiche ospedaliere, in quello di risolutore in loco dei problemi più semplici, in stretta relazione con la medicina specialistica che dovrà essere sempre più presente nelle case della salute.
Purtroppo i medici di medicina generale hanno un rapporto convenzionale e non di dipendenza con il Sistema Sanitario Nazionale e sono fortemente tutelati dal loro contratto nazionale, ciò impedisce spesso di attuare sinergie di intervento senza che siano immediatamente richiesti costi aggiuntivi, così come occorrerebbe che il massimale dei pazienti da prendere in carico fosse rivisto al ribasso almeno in montagna dove percepiscono una maggiorazione del 30% del compenso per disagio ambientale. Sarebbe inoltre utile che i medici di medicina generale attivassero ovunque i nuclei associati di medicina di gruppo in modo che gli assistiti possano usufruire di un servizio costante e con la più ampia copertura di orario di accesso.
Il tutto in una logica sempre più stringente e doverosa di lotta agli sprechi, alle duplicazioni, per una spesa sanitaria integrata con l’insieme della spesa pubblica.