Castelfranco Emilia salvo. Finale Emilia eliminato. Non è il risultato di una gara sportiva ma l’esito della discussione, nel Consiglio provinciale del 5 ottobre 2011, sul PAL (Piano Attuativo Locale) e sulla sopravvivenza o meno di alcuni ospedali provinciali.
La Lega Nord si è battuta strenuamente per salvare la struttura finalese e il consigliere Lorenzo Biagi, nel suo ordine del giorno, ha chiesto che “nell’approvare il PAL, si prenda impegno affinché si possano mantenere i servizi attualmente esistenti nell’Ospedale di Finale Emilia, ovvero il Day Surgery e la Lungodegenza, reparti fondamentali per i cittadini”. Ma, nonostante il voto favorevole di Lega e PdL, è passata la linea dura di PD e UDC.
Il risultato ci rattrista ma non ci sorprende. È l’inevitabile conseguenza dell’ambiguità con la quale si è gestito il PAL, delle sue contraddizioni e delle sue zone d’ombra. Una fumosità che è servita a mascherare la brutale verità. Ovvero che gli ospedali di provincia vengono progressivamente sacrificati sull’altare di una scommessa persa. Una scommessa che ha un nome: Polo ospedaliero di Baggiovara.
Anni fa l’azienda sanitaria di Modena e i partiti politici di maggioranza hanno scommesso su Baggiovara, ma a tutt’oggi la scelta non sembra dare i risultati sperati.
Baggiovara non decolla e il Policlinico, struttura efficiente e di alta qualità, continua ad essere la prima scelta dei modenesi.
Un risultato tuttavia l’ospedale di Baggiovara l’ha ottenuto: ha fatto saltare tutti gli equilibri del sistema sanitario provinciale. E qui dobbiamo smascherare un’altra falsità diffusa ad arte per far accettare la progressiva soppressione dei poli ospedalieri provinciali, quella della responsabilità del governo e dei suoi tagli. In realtà è da molti anni che, per far fronte agli altissimi costi di Baggiovara, si drena denaro dalla provincia. Quel denaro che prima serviva per far funzionare i presidi sul territorio.
Ma questa soppressione o depotenziamento degli ospedali di provincia, lungi dal razionalizzare la gestione economica e produrre risparmi, porta ad ulteriori spese. Infatti pochi sanno che nell’ultimo anno l’Azienda sanitaria di Modena ha speso più di 4 milioni di Euro in “mobilità passiva” solo per le province di Mantova e Ferrara. Cosa vuol dire “mobilità passiva”? Vuol dire che c’è un flusso di malati che anziché rivolgersi agli ospedali del territorio modenese si avvalgono di strutture collocate fuori della nostra Provincia. E chi è che si va a far curare a Mantova o a Ferrara? Ovviamente i cittadini della bassa colpiti dalle soppressioni ospedaliere che si stanno realizzando. In altre parole, chiudendo alcuni ospedali periferici non si ottengono i risparmi sperati perché poi l’Azienda sanitaria di Modena deve versare alle aziende di altre province i soldi per coprire le cure che queste somministrano a nostri cittadini che reputano più comodo andare a Ferrara anziché a Baggiovara.
Mantenendo in vita gli ospedali periferici invece si potrebbero addirittura ottenere introiti da “mobilità attiva”, ovvero per cure riservate da queste strutture a cittadini provenienti da fuori provincia.
Insomma, la gestione degli ospedali modenesi per la Lega Nord è totalmente sbagliata. Purtroppo la sinistra persevera nell’errore perché fare il contrario significherebbe riconoscere le scelte sbagliate fatte nel passato. E come sempre a pagare sono i cittadini, che si vedono progressivamente privati di un altro diritto fondamentale, quello di essere curati vicino a casa.