È vero che la carne Halal finisce nei supermercati mischiata a quella normale? E che quindi gli ignari consumatori la possono acquistare e mangiare senza che nessuno li metta al corrente sul modo con il quale è stata prodotta? Si tratta di una indiscrezione fattaci da persone del settore delle macellazioni e della distribuzione e che noi gradiremmo venisse smentita o confermata dai responsabili dei settori carni dei nostri supermercati e delle nostre ipercoop.
È utile, ad ogni modo, riassumere seppur brevemente la questione. La carne chiamata Halal è l’unica che i mussulmani possono mangiare, perché ottenuta tramite una particolare macellazione rituale. L’animale viene infatti ucciso mediante sgozzamento e conseguente dissanguamento senza essere stato prima indotto in stato di incoscienza, e la sua lunga agonia può durare anche sette minuti. In Italia teoricamente esistono leggi che impongono di non causare sofferenza agli animali che devono essere macellati. Ma per la comunità mussulmana è stata emanata una deroga, per consentirgli di ottemperare ai propri doveri religiosi.
In altre parole il principio della tolleranza religiosa ha il sopravvento sulla legislazione in materia di trattamento degli animali. E i più accesi fautori di questo stato di cose e di questo permissivismo sono, manco a dirlo, i rappresentanti della sinistra che a parole fanno della tutela dei diritti degli animali un punto fondamentale del loro programma, ma poi rinnegano tutto nello spazio di un secondo per genuflettersi di fronte ai sacri principi dell’accoglienza ad ogni costo e del rispetto degli usi e costumi altrui. Anche se questi usi e costumi ci fanno tornare indietro di qualche secolo e costituiscono una rinuncia ai nostri livelli di civiltà.
Ma la cosa che, se confermata, è ancora più grave sta nella destinazione di parte di questa carne ottenuta in maniera così barbara. I mussulmani infatti, sempre per motivi connessi ai loro usi e alle loro leggi religiose, consumano solo la carne proveniente dalle parti anteriori dell’animale, per cui tutta la parte posteriore, ritenuta impura, è destinata a restare inutilizzata e conseguentemente ad essere buttata via. Ma nella società dei consumi non esiste nulla che non abbia un valore per cui non mancano le realtà interessate a commercializzare quelli che per i mussulmani sono scarti. Ci è stato infatti riferito che questa carne viene tranquillamente venduta nei nostri ipermercati mescolata a quella normale.
La cosa in sé non è neanche sbagliata. L’idea di buttare del cibo è fastidiosa, se si considera che al mondo sono tante le persone che non hanno nulla da mangiare. Quello che ci indigna, oltre all’idea che venga concessa sul suolo italiano la possibilità di macellare gli animali con metodi brutali indegni di un paese civile, è il fatto che, sempre secondo quanto ci è stato riferito, questa carne non è segnalata come Halal, per cui non è riconoscibile. Ne deriva che gli ignari acquirenti si possono trovare a mangiare carne che ha origine da un vero e proprio supplizio inferto agli animali e che, forse, se onestamente informati, rifiuterebbero proprio in ragione di questa origine.
Ci resta da dire solo: speriamo che non sia vero!