I dati Istat sull’aumento della disoccupazione giovanile (giunta al 30%), sulla manodopera femminile (ridotta ad un reale 50%) e sull’inflazione, che si è triplicata rispetto all’adeguamento dei salari e delle pensioni ad ottobre, indicano che il governo ha scelto la strada della recessione.
I dati dimostrano, inoltre, che la realtà è più forte di qualsiasi letterina che Berlusconi possa inviare fuori dall’Italia, perché è in Italia che bisogna agire il prima possibile.
Negli ultimi dieci anni di governo Lega-Berlusconi, ben 10 punti percentuali di ricchezza prodotta si sono spostati dai salari e dalle pensioni alla grande rendita. In un periodo di grave crisi, come quello che stiamo vivendo è evidente che il rilancio dei consumi è una delle leve su cui agire. Le aziende di qualsiasi tipologia, dall’artigianato al commercio, dall’industria all’ambulantato, sono ancora in uno stato di crisi profonda e attendono ormai da tempo immemore dei segnali o ancor meglio delle azioni da parte del governo che dimostrino come realmente l’esecutivo si stia impegnando per aiutare chi in Italia produce ricchezza e posti di lavoro. Gli appelli di Confindustria sono fino ad ora rimasti inascoltati, mai come in questo periodo questa associazione è stata così critica nei confronti dell’operato di un governo centrale.
Ma se il presidente del Consiglio si adopera solo per l’acquisto di una nuova concessionaria per il gioco d’azzardo (e come tutti ormai sappiamo il gioco è causa di nuovi malesseri sociali, tema tra l’altro affrontato in consiglio provinciale) o di altre ville sparse nel mondo, e per il mantenimento dei costi della casta, nominando ogni qualvolta che ottiene la fiducia qualche nuovo vice ministro, non cambierà mai nulla nell’andamento dell’economia del Paese. Anzi provocherà solo rabbia e altre reazioni sociali.
L’età effettiva di pensionamento in Italia è uguale a quella tedesca, e rientra nella media europea. Così, il nostro sistema pensionistico, a detta di diversi Istituti internazionali indipendenti, è in equilibrio fino al 2050. Ma tutto ciò al governo non interessa affatto e continua ad aumentare l’età pensionabile, senza mai intervenire sui privilegi della casta e senza fare alcunchè per combattere l’evasione fiscale. Gli italiani devono sapere che ogni anno in più di età pensionabile, equivale a circa 70-80 mila assunzioni di giovani in meno.
Per risolvere questo pasticcio, il governo ha pensato bene di rendere i licenziamenti più facili, che è un’azione vergognosa e da veri irresponsabili, perché ulteriormente recessiva. Una ulteriore nota dolente viene dal comparto sicurezza che spazia dai corpi di Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco, Esercito, Penitenziaria o Forestale. In campagna elettorale veniva sbandierato il massimo impegno e la massima attenzione a questa tematica, nella realtà ci ritroviamo invece con un sottodimensionamento degli addetti, dal nord al sud, che operano per lo più con mezzi ed attrezzature obsoleti e fatiscenti, o incredibile ma vero con anche l’impossibilità di sistemare e riparare quelli che hanno dato la mancanza di fondi. Non ultima la vicenda della mancanza di benzina per i mezzi di pattugliamento.
L’Idv si augura, dunque, che questo esecutivo se ne vada casa al più presto così da poter ricostruire il Paese e far ripartire l’economia.