Dai dati Arpa emerge anche che il 2011 si è chiuso con un bimestre caratterizzato da tempo stabile che ha favorito l’accumulo delle polveri, una situazione che sta proseguendo anche nel 2012: dal 1 gennaio a giovedì 19 gennaio i superamenti sono a quota 11 nella stazione di via Giardini a Modena.
Dai dati di questi ultimi giorni, inoltre, emerge come le temperature rigide e la presenza di nebbia abbiano influito positivamente sui livelli di inquinamento, abbassando le concentrazioni di pm10. Questo effetto è particolarmente evidente sui dati delle pm2,5 ancora più sottili che si sono notevolmente abbassati in particolare nelle zone più interessate dal fenomeno come il Parco Ferrari a Modena e l’area di Gavello a Mirandola.
In tutto il 2011 i superamenti del limite delle pm10 a Modena sono stati 84 in via Giardini, 90 in via Nonantolana e 71 al Parco Ferrari, con lieve aumento rispetto ai dati del 2010 e 2009 (a causa del considerevole aumento delle giornate sfavorevoli senza vento o pioggia), ma in calo rispetto ai dati del periodo 2006-2008.
Andamento analogo nelle altre stazioni della Provincia, dove i superamenti sono stati 86 a Carpi, 96 a Fiorano modenese, 82 a Maranello, 47 a Sassuolo e 60 a Vignola, quindi in aumento rispetto al 2009 e 2010, ma in calo rispetto al triennio precedete.
Restano invece inferiori al limite le medie annuali di pm2.5 in tutte le stazioni della provincia.
Per quanto riguarda gli altri inquinanti, il monossido di carbonio e il benzene restano al di sotto dei limiti, mentre il biossido di azoto (emesso da tutti i processi di combustione) supera la media annuale consentita nelle stazioni interessate da alti volumi di traffico: via Giardini a Modena, Fiorano e Nonantolana, con livelli leggermente in crescita nelle prime due. Stazionari o in calo i livelli nelle altre stazioni.
Il principale responsabile delle emissioni di polveri resta il traffico. Come conferma Vittorio Boraldi, direttore di Arpa, «nel comune di Modena il 74,5% delle polveri viene prodotto dal traffico, di cui il 30% da quello autostradale, poi il 15% dall’industria e il 9% dal riscaldamento».
L’inceneritore di via Caruso contribuisce per uno 0,6%: 1,8 tonnellate all’anno rispetto alle 218 tonnellate annue del traffico e 73 dalle industrie.
Dati analoghi anche per Carpi (con una quota maggiore, pari al 19%, dovuta al riscaldamento civile, il 6% all’industria e il 73% al traffico, con un contributo rilevante dell’Autobrennero), mentre nel distretto ceramico il 63,7% delle polveri sono prodotte dall’industria, il 28,7% dai trasporti e quasi il 7% dal riscaldamento.
Nel territorio provinciale, le percentuali sono ripartite in modo simile tra i tre settori con una leggera prevalenza (ma molto meno rispetto al comune di Modena) del traffico, che contribuisce per quasi il 38% alla produzione totale di polveri.