Sono più di 300 i beni architettonici vincolati dalla Sopraintendenza ai beni Artistici e Culturali nei 18 Comuni interessati dal terremoto, di cui 71 sono chiese ed edifici religiosi. Da un primo parziale controllo della Provincia di Modena 163 risultano lesionati, la maggioranza con danni strutturali rilevanti e in alcuni casi con crollo completo.
I centri più colpiti sono Finale Emilia, San Felice, Concordia, Cavezzo, San Possidonio, Mirandola e Carpi dove le autorità di protezione civile sono state costrette alla chiusura dei centri storici ed istituire una zona rossa entro cui si può entrare solamente accompagnati dalle squadre di vigili del fuoco. L’importante patrimonio artistico e monumentale è in alcuni casi andato distrutto come la torre dell’Orologio e la Rocca Estense a Finale simboli della città o la Rocca Estense di San Felice, ma la totalità degli edifici religiosi e storici hanno subito danni gravissimi. A Mirandola lo storico Municipio è chiuso, così come il Castello dei Pico per i gravi danni subiti, la Cattedrale e la chiesa di San Francesco distrutte. A San Felice la chiesa parrocchiale, che custodiva lo splendido polittico di Bernardino Loschi, è andata distrutta, come tutte inagibili e lesionate risultano tutte le chiese della zona. La pieve romanica di Quarantoli ha subito danni rilevantissimi, così come il Duomo di Carpi e San Nicolò. Le chiese di Finale sono tutte gravemente lesionate.
Tutti i teatri sono stati seriamente danneggiati, il teatro di Carpi con il tetto lesionato, il teatro sociale di San Felice inagibile così come il teatro del Popolo di Concordia.
Danni gravi anche al patrimonio architettonico di chiese e ville a Bomporto, Ravarino, San Prospero, Cavezzo, Soliera, Bastiglia.
Drammatica anche la situazione determinata dalla presenza di campanili e torri storiche pericolanti, che impediscono a volte la libera circolazione e il rientro nelle case da parte dei cittadini. L’impegno verso la loro tutela si scontra con l’urgenza degli interventi richiesti dai cittadini che spingono anche alla loro demolizione.
Il ruolo principale in questo settore è svolto dalla Soprintendenza dei Beni architettonici culturali di Bologna, cui la Provincia ha assicurato la propria collaborazione, fornendo un primo elenco di un centinaio dei principali beni architettonici pubblici con una prima sommaria indicazione dello stato degli edifici, come traccia per coordinare interventi ed individuare le primissime opere per la messa in sicurezza e per la salvaguardia delle opere.
La Provincia fornirà inoltre alla Soprintendenza dei beni artistici schede georeferenziate di tutti di beni architettonici, cui saranno allegate le schede tecniche per definire tipologia di danno, valutazione degli interventi da porre in essere, e via via i programmi di recupero e restauro.
Oltre i beni architettonici da salvare, l’impegno perché nulla sia perduto si rivolge anche versi i beni artistici come quadri, statue e arredi che sono stati tutti messi al sicuro nei locali del Palazzo Ducale di Sassuolo, così come gli archivi e il patrimonio librario saranno trasferiti e custoditi in sedi archivistiche nel territorio modenese.
“Dal nostro elenco emerge una realtà drammatica, la memoria storica e culturale che s’identifica in chiese, castelli, palazzi, centri storici rischia di essere cancellata – sottolinea Elena Malaguti, assessore provinciale alla Cultura – E il nostro è un elenco ancora parziale, tiene conto dei soli beni tutelati dalla Soprintendenza, e di questi molti beni di proprietà privata non siamo ancora in grado di valutare il loro stato effettivo. La ricognizione che continueremo nei prossimi giorni probabilmente ci consegnerà una realtà ancora più pesante”.
L’elenco dei beni sarà integrato da un ulteriore elenco di beni storici ed identitari non compreso fra le tutele ministeriali, ma ben presenti negli strumenti di tutela del Ptcp e dai Comuni