Non è ancora rivoluzione negli studi superiori, ma già con l’anno scolastico 2010-2011 i nuovi iscritti alle superiori si misureranno con le novità della Riforma Gelmini, combinata con le decisioni della Finanziaria di Tremonti.
Dal punto di vista organizzativo si andrà ad una gradualità nell’applicazione della riforma della scuola superiore, applicando solo le cosiddette “confluenze automatiche” e non ci sarà alcuna modifica del numero delle autonomie scolastiche: gli istituti superiori modenesi restano 32 e si darà continuità dell’offerta formativa per favorire le scelte consapevoli degli studenti.
Sono queste le linee guida approvate all’unanimità del Consiglio provinciale che la Provincia di Modena, su indicazione della Regione, ha applicato per definire la programmazione territoriale dell’offerta formativa delle scuole superiori in seguito all’applicazione della riforma Gelmini.
Come sottolinea Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, «abbiamo lavorato perché la riforma, che pur dobbiamo applicare, impattasse il meno possibile su un’offerta scolastica efficace guardando in particolare ai ragazzi e alle loro famiglie per evitare di rendere la scelta ancora più complicata. Per il futuro – ha proseguito l’assessore – ne controlleremo l’applicazione per essere pronti a intervenire con gli aggiustamenti necessari».
Queste linee guida hanno trovato una sostanziale conferma nelle scelte attuate dagli studenti e dalle loro famiglie al momento dell’iscrizioni al primo anno delle superiori. Infatti i dati confermano senza stravolgimenti le tendenze che da alcuni anni si sono registrate nella scelte del percorso di studio dopo la scuola media.
Si conferma l’orientamento verso l’istruzione liceale come una opzione privilegiata, (nel 2010/2011 gli iscritti al primo anno dei licei saranno pari a quelli iscritti agli istituti tecnici 2717 contro 2722). A questo dato contribuisce la definitiva classificazione come istruzione liceale di alcuni indirizzi come il linguistico e l’artistico.
Stabili le scelte fra i diversi indirizzi negli istituti tecnici; si segnala fra l’altro la tendenza già notata negli ultimi anni, ad un più forte interesse verso i percorsi amministrativi-commerciali.
Stabili anche le iscrizioni al primo anno degli Istituti professionali, segnale dell’interesse alla ricerca di una qualificazione professionale importante che possa in tempi brevi consentire un inserimento nel mercato del lavoro che, nonostante la crisi economica, richiede queste figure qualificate.
Ma nelle scuole superiori quello che cambierà veramente sarà il quadro didattico di riferimento.
In quasi tutti i percorsi di studi ci saranno riduzioni di orario per le classi successive alle prime, con conseguente modifiche degli insegnamenti, questo determinerà una riduzione del numero degli insegnanti e un didattica complessivamente più povera. E questo in un quadro di aumento delle iscrizioni, saranno infatti oltre 300 i maggiori iscritti, che andranno in classi sempre più numerose e potranno contare su meno insegnanti.
Non è quello che studenti e famiglie si aspettano e di cui la scuola ha bisogno.