La superficie vitata della provincia di Modena è di 8.481 ettari (7.445 in produzione e 1.036 in fase di allevamento) di cui circa mille ettari nella zona di collina con una produzione annua complessiva di uva raccolta di un milione 511 mila e 335quintali (18 per cento della regione Emilia-Romagna) e rese medie di circa 203 quintali per ettaro. La provincia di Modena si colloca al terzo posto in termini di superficie vitata, dopo, rispettivamente, Ravenna e Reggio Emilia.
La viticoltura rappresenta una delle principali fonti di reddito (anche se risulta essere poco più del 5 per cento della superficie agricola utilizzata), in quanto contribuisce alla produzione lorda vendibile totale per un 9 per cento circa e alla produzione lorda vendibile delle produzioni vegetali per circa un 20 per cento. I prezzi unitari sono in netto calo, le uve da vino nel 1999 venivano pagate in media quasi 60 euro al quintale mentre nel 2007 gli agricoltori hanno ricavato in media solamente 24 euro al quintale.
I lambruschi più rappresentativi nella provincia di Modena sono sicuramente il Grasparossa, il Salamino e quello di Sorbara che danno luogo ai vini a denominazione di origine controllata. La Doc, ottenuta per i tre lambruschi nel 1970, è regolata da disciplinari di produzione che definiscono le zone di coltivazione e la composizione percentuale dei vitigni che produrranno il vino. Il lambrusco Salamino e quello di Sorbara sono coltivati prevalentemente nelle zone di pianura, mentre il lambrusco Grasparossa è maggiormente presente nelle zone collinari della provincia.
La superficie che interessa le Doc, intesa come superficie vitata iscritta all’albo dei vigneti, è di circa 5.462 ettari (1.716 di Sorbara, 1.880 di Salamino, 1.543 di Grasparossa, 323 Doc Reno) che incidono per un 30 per cento sulla produzione complessiva di uva da vino. Oltre ai vitigni lambrusco sono coltivati altri vitigni a uva nera, molto interessanti, in particolare il Malbo Gentile e l’Ancellotta. Nel panorama compaiono anche vitigni bianchi coltivati in misura molto minore; in particolare Trebbiano di Modena, Montuni, Alionza e Spergola. Nel 2007 il Lambrusco Salamino era coltivato in ragione del 36 per cento, il Lambrusco di Sorbara il 18 per cento e il Lambrusco Grasparossa il 21 per cento, poi a seguire l’Ancellotta 6 per cento, il Trebbiano M. 4 per cento, il Montuni 3 per cento, il Pignoletto 2 per cento, il Lambrusco Marani 2 per cento, la Fortana 1 per cento.