verso il parco del panaro 2 – la riqualificazionerecuperare la naturalità, trasferire i frantoi

Lo studio dell’Università di Firenze si riferisce alla riqualificazione del tratto di fascia fluviale del medio corso del Panaro tra Modena e Casona di Marano.

Il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Massimo Rinaldi, docente di Geologia applicata del dipartimento di Ingegneria civile della Università di Firenze, ha carattere multidisciplinare con il coinvolgimento di esperti di idraulica, geomorfologia fluviale, ecologia fluviale e del paesaggio.

La prima parte dello studio è dedicata alla conoscenza dell’evoluzione storica, fino all’analisi dello  stato attuale delle dinamiche in atto nell’ambito fluviale. La seconda parte indica le strategie e degli interventi di riqualificazione.

Le proposte a carattere geomorfologico mirano ad invertire la tendenza, in atto da diversi decenni, al restringimento dell’alveo innescata dalle escavazioni di ghiaia del passato, riconnettendo i sedimenti ghiaiosi ai lati del fiume con l’alveo e modificando alcune briglie per diminuire le erosioni a valle delle stesse e favorire la naturale mobilizzazione delle ghiaie da monte a valle.   

Le proposte ecologiche puntano a recuperare la naturalità del fiume e di conseguenza la biodiversità, sia in termini di specie (flora e fauna) sia in termini di habitat, con particolare attenzione alla vegetazione lungo le rive e alla qualità delle acque. In pratica, concludono i ricercatori, occorre ripristinare la funzione di corridoio ecologico del fiume che rappresenta un ponte biologico tra montagna e pianura.

Le proposte paesaggistiche, infine, puntano a risolvere soprattutto alcune situazioni ormai incompatibili: tra queste i frantoi sul fiume che devono essere spostati per ripristinare un rapporto più armonico tra le città e il fiume, in particolare a Spilamberto, Vignola, Savignano e Marano.   

Tutte questo proposte hanno come orizzonte strategico l’istituzione di un Parco fluviale.

Pubblicato: 10 Novembre 2008