La giunta della Provincia di Modena approverà lo “screening ambientale” relativo al progetto di rifacimento della terza linea dell’impianto di termovalorizzazione «con l’obiettivo di indicare nuovi limiti alle emissioni, più bassi degli attuali, per quando la nuova linea sarà in funzione a pieno regime». Per ora, inoltre, viene confermato il limite di 45 mila tonnellate all’anno per i rifiuti speciali.
Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Stefano Vaccari nel corso di una comunicazione al Consiglio provinciale di mercoledì 23 febbraio nella quale ha illustrato il percorso che verrà intrapreso, l’apertura della Conferenza dei servizi, per la modifica all’Autorizzazione integrata ambientale dell’impianto, sulla base di un progetto definitivo che sarà fornito da Hera spa.
«Scegliamo la procedura che offre maggiori garanzie di coinvolgimento e partecipazione dei vari soggetti chiamati a tutelare la salute dei cittadini – ha spiegato Vaccari – anche se sul piano strettamente formale non saremmo tenuti a farlo. La durata massima del procedimento è di 150 giorni ma, come avviene con tutte le imprese impegnate in importanti investimenti sul territorio, ci impegniamo a svolgerlo nel più breve tempo possibile, senza sacrificare nulla nella valutazione».
Nell’ambito del procedimento, inoltre, verrà affrontato «in modo definitivo il tema della tipologia dei rifiuti destinati all’impianto, anche in relazione alle analisi e ai dati del nuovo Piano provinciale di gestione dei rifiuti, alla cui redazione si comincerà a lavorare nel mese di marzo, fermo restando il limite totale di 240 mila tonnellate che non è mai stato in discussione» ha affermato Vaccari sottolineando come il termovalorizzatore di Modena abbia un ruolo centrale nel sistema di smaltimento dei rifiuti urbani del bacino provinciale, «per garantire l’autosufficienza del nostro territorio e arrivare al progressivo abbandono dello smaltimento in discarica».
Il termovalorizzatore, quindi, servirà principalmente per i rifiuti urbani e, in quota residua, per smaltire i sovvalli di altre frazioni di differenziato e, da ultimo, i rifiuti speciali non pericolosi. I rifiuti speciali sono quelli prodotti dalle attività produttive e in provincia di Modena sfiorano i due milioni di tonnellate (dati 2008), con solo una piccola parte considerata pericolosa (circa 70 mila tonnellate) per la quale sono previsti appositi e tracciati sistemi di smaltimento. La gestione dei rifiuti speciali, spesso selezionati all’origine per favorirne il corretto trattamento, è soggetta al libero mercato, a differenza di quella dei rifiuti urbani.
A proposito dei rifiuti speciali, Vaccari ha ricordato l’impegno dello scorso autunno a rivedere l’Autorizzazione integrata ambientale entro marzo 2011 alla luce dei risultati di un intero anno di attività della quarta linea dell’inceneritore per quello che riguarda le emissioni.
«Si tratta di risultati – ha affermato Vaccari – estremamente positivi dal punto di vista ambientale, visto che i dati oscillano tra il 40 e l’80 per cento in meno rispetto ai limiti fissati dall’Aia. Perciò ampiamente sotto la soglia di sicurezza e gia inferiori ai limiti di legge. Una valutazione complessiva e definitiva di quanti rifiuti speciali non pericolosi possano essere trattati nell’impianto – ha concluso Vaccari – la svolgeremo nell’ambito del procedimento che si aprirà con la Conferenza dei servizi; nel frattempo confermiamo per ora il limite annuo di 45 mila tonnellate».