Prosegue il programma di progressiva chiusura delle aree di accoglienza ancora presenti nei territori colpiti dal sisma. Si tratta di 17 campi, concentrati quasi esclusivamente in provincia di Modena (tranne uno a Cento nel ferrarese), che ospitano circa 2.900 persone.
Dopo le due scosse del mese di maggio, nelle quattro province interessate i campi allestiti erano 36, ai quali occorre aggiungere 53 strutture di accoglienza in muratura (es. palestre), per una popolazione complessiva di quasi 14 mila persone.
Ora l’obiettivo è di arrivare alla completa chiusura delle ultime aree ancora aperte e alla relativa sistemazione dei cittadini ospitati, per la maggior parte delle situazioni entro la metà del mese di ottobre, comunque non oltre la fine.
Dopo la chiusura, negli ultimi giorni di settembre del campo di Reggiolo (l’ultimo rimasto in provincia di Reggio Emilia), e dopo l’accorpamento di diverse altre aree la cui popolazione si era progressivamente ridotta, l’ultima e definitiva tornata di dismissioni comincerà dall’area di accoglienza di San Biagio a San Felice sul Panaro, gestita dalla Protezione civile della Provincia di Trento. Verrà in questo modo data soluzione anche a un problema emerso negli ultimi giorni, quando in seguito ad alcun controlli, è stata rinvenuta la presenza di materiale contenente amianto (sulla base delle analisi eseguite da Arpa il rischio per la popolazione è comunque escluso) nell’area destinata a parcheggio e in una via di accesso recentemente realizzate.
I cittadini potranno trasferirsi in un appartamento, grazie al contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) o a quello per l’affitto, o in albergo. A questo riguardo il censimento delle esigenze dei singoli nuclei famigliari e la relativa assegnazione alberghiera, tenendo anche conto delle particolari necessità di frequenza scolastica o lavorativa e assicurando comunque un servizio di trasporto, è già stato completato. La stessa operazione è già stata peraltro terminata anche per gli altri 16 campi in fase di chiusura. In tutti i casi va comunque precisato che la sistemazione in albergo sarà temporanea, limitata a qualche mese, nell’attesa che vengano realizzati i moduli abitativi temporanei che verranno assegnati a queste famiglie.