Un 2012 che si chiude in negativo per il mercato del lavoro modenese che è tornato ai minimi del 2009, annullando la ripresa registrata lo scorso anno sia a causa dell’aggravarsi della crisi che delle gravi conseguenze del sisma. Si prevede un lento ritorno della crescita economica a partire dal 2013, con segnali timidi di ripresa degli indicatori di fiducia delle imprese e degli investimenti, ma le tensioni sul mercato del lavoro sono destinate a protrarsi. È questo il quadro di sintesi che emerge dal Report 2012 sul mercato del lavoro modenese, curato dalla Provincia di Modena.
Dall’analisi emerge che l’occupazione ha mostrato un andamento stabile sino a metà anno e ha poi iniziato, dall’estate, una fase di contrazione, con perdite occupazionali tutto sommato contenute rispetto al quadro recessivo che sta caratterizzando l’economia. Più preoccupante invece è la crescita della disoccupazione che indica, come spiega il rapporto, come il perdurare della crisi stia riportando molte persone, finora inattive, ad affacciarsi, o riaffacciarsi, sul mercato in termini di offerta perché restare al di fuori del mondo del lavoro non è più sostenibile. Sono in crescita, del 14 per cento, i lavoratori disoccupati, quelli inoccupati,che superano il 19 per cento, e gli occupati con rapporti precari.
Il quadro economico della Provincia di Modena è stato, ovviamente, fortemente influenzato dal sisma che ha inciso su una situazione in progressivo deterioramento ma che mostrava segni di tenuta, in particolare grazie al contributo dell’export. Ma proprio sull’export il sisma ha agito negativamente, in particolare colpendo il biomedicale e il tessile. La produzione vede un calo del 24 per cento nella maglieria e del 23 per cento nel biomedicale. Cali significativi anche nelle piastrelle, quasi il 13 per cento, e nelle macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche, pari al 12 per cento. Di conseguenza, il mercato del lavoro modenese, che ha registrato una perdita contenuta fino maggio, è peggiorato dopo il sisma. Da gennaio 2012 sono stati persi, in base alle stime, 3.800 posti di lavoro.
«Dati allarmanti – commenta Francesco Ori, assessore provinciale al Lavoro e Formazione – che dimostrano l’urgenza di mettere in campo a ogni livello politiche industriali in grado di creare nuovi posti di lavoro, di prevedere nuove risorse per gli ammortizzatori sociali anche per il 2013 e il 2014 e di sostenere le imprese che stanno sopravvivendo grazie all’esportazione. Altrettanto evidenti – prosegue Ori – sono gli effetti del terremoto e la necessità di far riprendere a pieno la produzione nelle imprese dell’area nord».
Nonostante la crisi stia penalizzando anche i consumi alimentari, il comparto mostra una sostanziale tenuta con una perdita di circa cento posti. Direttamente penalizzato dal calo dei consumi è invece il commercio che perde circa mille posti di lavoro. Cinquecento i posti persi nel tessile abbigliamento e circa 700 nella meccanica, 600 nella ceramica. Calo drammatico per effetto del terremoto nell’edilizia che però si prevede in ripresa non appena cominceranno le ricostruzioni; tiene il terziario con crescita negli alberghi, ristoranti e servizi sanitari e alla persona.
Il mercato del lavoro registra un calo delle assunzioni in tutte le modalità contrattuali, sia subordinate che parasubordinate. Al rallentamento degli ingressi nel mercato del lavoro, dovuto oltre che alle incerte prospettive economiche alle attese sulla riforma, corrisponde un andamento stabile delle uscite. È la flessione sulle assunzioni uno dei motivi alla base della crescita della disoccupazione giovanile. Sono poco più di tremila gli avviamenti al lavoro attraverso l’apprendistato professionalizzante, in lieve calo rispetto al 2011. Sostanzialmente non utilizzati gli apprendistati per la qualifica professionale e per il diploma professionale e di alta formazione, utilizzati marginalmente gli apprendistati per lavoratori in mobilità e stagionali. Dimezzati, rispetto al 2011, gli inserimenti attraverso tirocinio.
Da gennaio sono 3.700 le attività cessate sul territorio provinciale, 334 nei comuni colpiti dal sisma.