Avvio dell’anno scolastico all’insegna della precarietà

Gli effetti dalla “cura” Gelmini e dalla “scure” di Tremonti contro la pubblica istruzione.
Grazia Baracchi
consigliera PD.
[n. 8 - settembre 2011 - Dal Consiglio]

Mancano pochi giorni alla riapertura delle scuole, ma, purtroppo studenti, insegnanti e famiglie troveranno i problemi di sempre acuiti dalla “cura” Gelmini e dalla “scure” di Tremonti contro la pubblica istruzione. Tre anni di tagli e riforme approntate più per esigenze di bilancio che per scopi didattici, hanno lasciato il segno e saranno chiare le conseguenze del caos graduatorie, che ha scatenato l’ennesima “guerra del tutti contro tutti”, delle sentenze del Tar e della Corte Costituzionale che hanno sconfessato le politiche finora adottate, dei tagli lineari di quest’ultima manovra e delle due precedenti.

Per quanto riguarda le graduatorie, insegnanti e personale ATA, è stata un’estate caratterizzata da un susseguirsi di colpi di scena: dai posti congelati in attesa di un giudizio finale per i ricorrenti, al contrordine dell’immissione in ruolo con riserva per tutti, al contro-contrordine con il ritorno all’accantonamento, messaggi sui siti dei ATP (ex USP) che comparivano e scomparivano nell’arco di poche ore. Tutto ciò non potrà che riflettersi sull’inizio dell’anno scolastico che sarà caratterizzato da incertezze e precarietà, con i ragazzi che avranno un quadro definitivo dei propri insegnanti a lezioni iniziate, con un grave danno per la qualità della scuola.

  Inoltre in Provincia di Modena, nell’anno scolastico alle porte, quasi la metà dei dirigenti scolastici dovrà svolgere il doppio incarico trovandosi ad affrontare crescenti difficoltà di gestione dirigendo due scuole contemporaneamente, a volte di ordine diverso e in comuni diversi, con più di duemila studenti, due collegi docenti, due strutture amministrative. Il Ministero ha infatti deciso per il nostro territorio provinciale di conferire 38 reggenze su 94 incarichi.

Nonostante le dichiarazioni del ministro Gelmini, non si può dire che questa manovra non tocchi la qualità della scuola: i tagli ai bilanci degli enti locali mettono a rischio asili nido, scuole di infanzia comunali e ogni progetto di qualificazione dei piani dell’offerta formativa. Circa il 17 per cento delle spese d’istruzione oggi è a carico di Regioni, Province e Comuni: mense, trasporti, edilizia scolastica non sono certo aspetti secondari e incidono profondamente sulla qualità dell’insegnamento. La Provincia di Modena ha deciso di continuare ad investire nella scuola, stanziando un contributo di 2 milioni e 225 mila euro per l’aumento e la qualifica di servizi educativi pubblici nella fascia 0-3 anni: risorse destinate a finanziare la costruzione e la ristrutturazione di edifici e per realizzare nidi d’infanzia, per contribuire alla gestione di nidi esistenti, per ampliare i servizi integrativi come i centri per bambini e genitori, per la formazione insegnanti.

Come Partito Democratico crediamo che solo investendo nei saperi e nella formazione, scommettendo su una società della conoscenza diffusa si potrà tornare a crescere. E’ importante quindi ragionare insieme, docenti, genitori e studenti, per chiederci quali siano le buone pratiche da adottare per far fronte al malessere profondo che la scuola vive, per arginare lo sfascio. Nel nostro territorio, grazie alle scelte dei nostri amministratori si è sempre investito sulla scuola, su una scuola inclusiva e rispettosa dei diritti dei più deboli, che ha portato il sistema scuola a modenese ad essere percepito dalle famiglie, come “opportunità positiva” per i propri figli. Ora è forte la preoccupazione che la scuola si stia trasformando da un luogo dove anziché istruzione e formazione si fa della semplice vigilanza.

Ad inizio anno scolastico ci piacerebbe poter ragionare sugli esempi di buona scuola nel nostro territorio. Esempi di buona scuola che troviamo nella passione di tante e tanti insegnanti che, nonostante il calo di risorse, di considerazione e di immagine continuano a mettere al centro della loro azione il diritto all’istruzione dei giovani. Ancora, esempi di buona scuola, li troviamo nella passione e nell’impegno di tanti genitori e di tanti cittadini che lavorano negli organi collegiali, nelle scuole e nelle associazioni, nei comitati e nei movimenti, per garantire il diritto allo studio dei loro figli e delle loro figlie, il diritto ad avere pari opportunità di accesso al sapere in un sistema di istruzione di qualità, democratico e inclusivo. Purtroppo non è e non sarà così, ma questo non ci impedisce di augurare alla Scuola modenese un anno costruttivo e denso di soddisfazioni, perché la Scuola ha bisogno di tutto il nostro sostegno per la formazione delle future generazioni e la crescita del nostro Paese.

Pubblicato: 12 Settembre 2011Ultima modifica: 09 Giugno 2022