Oltre 800 mila trote fario sono immesse ogni anno nei corsi d’acqua di montagna grazie all’attività dei due centri di riproduzione della Provincia situati a Frassinoro e a Fanano, quest’ultimo inaugurato nel novembre scorso.
L’obiettivo è salvaguardare una specie pregiata, in forte calo negli ultimi decenni nei corsi d’acqua modenesi.
Come spiega Giandomenico Tomei, assessore provinciale alle Politiche faunistiche, «immettiamo trote del ceppo autoctono di maggior pregio che meglio si adatta all’habitat naturale dei nostri torrenti. Con questa attività, inoltre, sosteniamo la pesca sportiva che nel nostro territorio conta numerosi appassionati».
Il nuovo centro di Fanano è gestito in collaborazione con il Parco del Frignano e agli esperti dell’Apas (l’associazione pesca a attività subacquee) di Modena. A loro spetta di seguire il complesso percorso di riproduzione delle trote: dalla “spremitura” delle uova, alla fecondazione fino alla schiusa.
Le troterelle appena nate trascorrono circa un anno nelle vasche del centro per l’accrescimento prima di venire liberate, alcune al primo anno di età altre al secondo anno, quando hanno raggiunto una lunghezza dai nove ai 12 centimetri. Una volta immesse nei torrenti non potranno essere pescate per un altro anno: per legge, infatti, è consentito catturare solo esemplari superiori ai 22 centimetri di lunghezza.
Il centro di Fanano svolge anche una intensa attività didattica con visite guidate delle scuole in particolare in primavera nel periodo della schiusa delle uova. Un’occasione per tanti ragazzi di scoprire i segreti di pesce diventato il simbolo dell’habitat naturale dei corsi d’acqua di montagna.