Centro di competenze per il biomedicale

A Mirandola una rete per sviluppo, innovazione, network di ricerca e start up del comparto biomedicale.
[n. 11 - dicembre 2011]

La sede sarà a Mirandola. Avrà un’area dedicata a neolaureati, dottorandi e ricercatori dedicata allo sviluppo di progetti di innovazione, laboratori, un incubatore per le nuove idee e le start up. Le strutture saranno minime: funzionerà, infatti, mettendo in rete i laboratori esistenti e agendo in network di ricerca eccellenti. E con una serie di servizi renderà questo patrimonio più accessibile alle imprese di uno dei distretti più orientati all’innovazione.

Sarà questo, in estrema sintesi, il Centro di competenze per il biomedicale, così come viene delineato dallo studio di fattibilità realizzato da Democenter-Sipe. Lo studio è stato presentato nella mattinata di lunedì 5 dicembre nel convegno “Biomedicale: innovazione e sviluppo” svoltosi a Mirandola e promosso dalla Provincia di Modena, dall’Unione dei Comuni modenesi dell’Area Nord e dal Quality center network.

Nell’aprire i lavori il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini ha spiegato che «il centro di competenze può rappresentare in questa fase un salto di qualità per il settore. Ma serve che tutti i soggetti, compresi i privati e l’Università, facciano la propria parte anche dal punto di vista finanziario», e Giancarlo Muzzarelli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna, ha ribadito che «investire su innovazione e ricerca è una scelta strategica per sostenere il settore e andare oltre la crisi».
Al convegno sono intervenuti inoltre Francesco Baruffi (Democenter Sipe), che ha illustrato lo studio, il sindaco di Mirandola Maino Benatti, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Mirandola Edmondo Trionfini, e il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi. Nelle conclusioni, rispondendo alla sollecitazione di Stefano Rimini, presidente di Assobiomedica, sui costi del lavoro e della ricerca, l‘assessore regionale alle Politiche della salute Carlo Lusenti ha sottolineato l’impegno a «integrare maggiormente il settore biomedicale e la sanità della regione che rappresenta il servizio di riferimento, un autentico partner strutturale per la ricerca, l’innovazione e la produzione».

Lo studio di fattibilità è stato realizzato, grazie a un finanziamento della Fondazione Cassa di risparmio di Mirandola, fotografando dapprima la situazione del distretto e raccogliendo, attraverso interviste e focus group, le necessità delle imprese, coinvolgendo anche le associazioni di categoria. Si sono poi analizzati centri analoghi in Italia e in Europa, per comprendere punti di forza e di debolezza dei vari modelli di funzionamento. Infine, basandosi sulle risorse e le opportunità presenti in Emilia-Romagna e in provincia di Modena, è stata stesa un’ipotesi progettuale.

Pubblicato: 23 Dicembre 2011Ultima modifica: 10 Giugno 2022