Coesione sociale e welfare garanti di democrazia e crescita equa

Serena Bergamini, Consigliera PD.
[n. 11 - dicembre 2011 - Dal Consiglio]

Quello che negli ultimi anni si è cercato di smantellare in Italia è il welfare e questo significa demolire la democrazia perché il welfare è la gestione di tutti quei processi che consentono la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ricordiamolo, la coesione sociale, garantita dall’effettivo esercizio dei diritti è il vero fondamento delle politiche di sicurezza.

I tagli agli Enti Local ed ai diversi fondi sociali hanno determinato una depauperazione delle politiche strutturali a vantaggio di elargizioni caritatevoli ed insufficienti, oggetto di spot promozionali tanto ideologici quanto ingannevoli.

Per questo credo all’azione della sussidiarietà come criterio di comportamento condiviso ed orientato al benessere delle nostre comunità. Occorre oggi ribadire con forza la necessità di quei diritti irrinunciabili che devono essere garantiti e difesi:

  • ogni cittadino deve potere contare sull’accesso universale ai servizi, su una rete di protezione sociale certa e definita;
  • chiunque perda il lavoro, deve sapere che viviamo in un paese pronto e capace di attivare una serie di azioni di tutela che lo salvino dal rischio di povertà attraverso ammortizzatori sociali. Occorre praticare la promozione, nel mondo del lavoro, di un nuovo legame sociale, contro l’esasperazione dell’individualismo, dell’illegalità, della precarietà e della mancanza di regole certe che distruggono la speranza di futuro e delegittimano la cultura stessa del lavoro portatore di dignità. Questo attraverso non l’illusione del “posto fisso” ma attraverso la “certezza del lavoro” data da una formazione permanente. Occorre garantire ai giovani pensioni dignitose senza spezzare la solidarietà intergenerazionale e le pari opportunità fra uomini e donne, a cominciare dalla prima fase di accesso al lavoro;
  • l’istruzione è un bene primario da cui rischiano l’esclusione le fasce più emarginate e fragili: la scuola non può essere stratificata per censo di appartenenza, ognuno deve avere la possibilità di scegliere il suo percorso di formazione, progettando così il suo futuro, dando spazio ai propri talenti, attitudini e passioni, va offerta la prospettiva dei migliori traguardi culturali e formativi europei;
  • la salute è un diritto primario che non può essere negato a nessuno, la sanità di qualità è un diritto per tutti e diventa quindi sempre più necessario eliminare la condizione di sperequazione e anche fra le diverse regioni e nella stessa regione fra territori comunali e distrettuali diversi;
  • la casa non può essere un lusso, ma rimane un diritto tutelato dalla legge;
  • anche chi decide di risiedere in Italia deve potere usufruire delle condizioni utili a potersi inserire come cittadino portatore di diritti e responsabilità;
  • le politiche fiscali devono essere improntate alla progressività sulla base del reddito percepito dal singolo cittadino e dal nucleo di convivenza. Va eliminata la piaga dell’evasione fiscale e conferita una quota certa del gettito ai bilanci degli enti locali;
  • occorre certezza di finanziamento per servizi che rappresentano la spina dorsale dello stato sociale italiano. Le donne senza asili, senza luoghi di cura per anziani, non hanno libertà di scelta di vita, perché su loro ricade il servizio di cura. Anche questo è mancanza di democrazia.

Quello che dobbiamo ricercare con forza quindi è la difesa del welfare, non è accettabile uno Stato caritatevole ed assistenziale che si limita a prendere atto che disuguaglianza e povertà sono fra noi come un male inevitabile sostenendo chi cade in questi circuiti soltanto attraverso interventi saltuari.

Le politiche sociali devono diventare politiche forti ed per garantire la coesione sociale quale condizione primaria della crescita. Dobbiamo invertire le priorità culturali diffuse e porre in modo diverso la questione delle risorse necessarie alle politiche sociali: è il welfare che, coniugato con la giustizia e la democrazia, garantisce lo sviluppo sostenibile, non sono le ricchezze residuali dello sviluppo la condizione degli investimenti dello stato sociale.

Riaffermiamo l’esigenza di dare diritto ai diritti perché senza diritti non c’è futuro, né democrazia, solo con l’affermazione dei diritti si può invocare di nuovo coesione sociale, sviluppo, responsabilità collettiva, cittadinanza attiva, crescita equa e democrazia vera.

Pubblicato: 07 Dicembre 2011Ultima modifica: 10 Giugno 2022