Consiglio provinciale dedicato alla celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Adesione della Provincia alla campagna nazionale "La violenza ha mille volti, impara a riconoscerli".
[n. 4 - dicembre 2010]

«Il primo passo per uscire da una situazione di violenza è cercare aiuto. Ogni donna può incontrare nella propria vita un uomo violento e non bisogna colpevolizzarsi né vergognarsi ma reagire». Lo ha affermato Grazia Baracchi, presidente della Conferenza provinciale delle elette nel corso del Consiglio provinciale dedicato alla celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne durante il quale si è fatto il punto sulle azioni e i risultati del Tavolo istituzionale contro la violenza.
Grazia Baracchi ribadendo l’adesione della Provincia alla campagna di sensibilizzazione “Riconosci la violenza”, che «dà un messaggio positivo mostrando donne che agiscono e non subiscono», ha poi ringraziato «tutti coloro, e in particolare le associazioni femminili, che, agendo in silenzio, nel corso degli anni hanno aiutato moltissime donne offrendo loro percorsi di uscita da realtà di violenza».

Claudia Severi, vice presidente della Conferenza delle elette, ha evidenziato anche l’importanza dell’operato delle istituzioni: «La forza di dire basta alla violenza – ha affermato – viene quando le istituzioni riescono a fare rete intorno alle donne e a offrire un aiuto concreto. La direzione da seguire è quindi quella di un contrasto forte alla violenza, già bene in campo nel nostro territorio, e di un’attività di prevenzione che deve basarsi sulla capacità di riconoscere i segni premonitori di una violenza spesso molto subdola, e sull’educazione a una profonda autostima, al rispetto di genere e al rispetto reciproco».

Aprendo i lavori dell’assemblea, Demos Malavasi, presidente del Consiglio provinciale di Modena, aveva ricordato che «i fatti gravi, a partire dall’omicidio di Novi, che sono accaduti di recente anche nel nostro territorio ci dicono che il fenomeno delle violenza sulle donne è preoccupante e che forse le denunce non ne rispecchiano la reale estensione». Malavasi ha poi aggiunto che «compito delle istituzioni è aiutare le donne a denunciare la violenza, tutelandole e proteggendole in questa azione, e svolgere un’opera di educazione che riguarda tutta la comunità ma soprattutto le nuove generazioni all’interno delle quali stanno riemergendo fenomeni di discriminazione e sopraffazione».

Monica Brunetti (Pd) sottolineando a sua volta l’importanza della prevenzione («la violenza contro le donne è infatti sintomo di una fragilità culturale enorme, aggravata da un contesto mediatico che mercifica l’immagine femminile») e del sostegno, ha posto l’accento sulla necessità di risorse «per rafforzare i soggetti che operano sul fronte della violenza, per formare personale specializzato all’interno delle forze dell’ordine, per trattare i casi giudiziari».
La violenza, ha sostenuto Dante Mazzi (Pdl) «si estrinseca sempre verso chi è indifeso e quando chi agisce è abbastanza certo di restare impunito. Per questo bisogna invocare e sostenere sempre la certezza della pena e bisogna fare in modo di non dare mai, come invece è già accaduto, la possibilità ai violenti di reiterare il reato. Il compito di noi tutti è quello di dare alle persone che subiscono violenza i mezzi per non essere, e non sentirsi, indifesi».
Patrizia Cuzzani (Idv) ha osservato che oggi «esistono leggi a tutela delle donne, leggi contro la discriminazione e a tutela delle pari opportunità. Ma non vengono applicate e le donne stanno zitte e subiscono. Le pari opportunità, garantite in via teorica non trovano riscontro nella vita reale. Garantire la libertà femminile diventa quindi una questione di etica e di cultura morale e civile».
Per Fabio Vicenzi (Udc) l’Onu «ci invita non solo a celebrare questa giornata ma a sensibilizzare l’opinione pubblica e questa è l’azione politica che le istituzioni devono mettere in campo». Vicenzi ha poi lanciato un appello al Governo «perché si continui la lotta contro la violenza alle donne anche approvando i disegni di legge a contrasto della violenza sessuale e degli atti persecutori che giacciono in parlamento».
Denis Zavatti (Lega nord) ha aperto il suo intervento ricordando l’operato del Governo contro la violenza, «come l’innovativa previsione del reato di stalking e l’inasprimento delle pene per il reato di violenza sessuale». Il capogruppo della Lega ha poi centrato l’attenzione sul «problema dell’immigrazione islamica. In fatti gravissimi come quello di Novi, la sinistra paladina dei diritti delle donne si è persa. Ma questi avvenimenti non sono giustificabili né casuali e noi sappiamo che molte donne immigrate non denunciano per paura. È qui che la politica dovrebbe intervenire».

Pubblicato: 01 Dicembre 2010Ultima modifica: 26 Maggio 2022