Non è la prima volta che il nostro partito scrive di scuola e questo non è un caso.
Abbiamo approvato un bilancio provinciale che in tempi di crisi fa delle scelte di priorità e la scuola ne fa parte.
Stiamo seguendo ora con forte preoccupazione l’adeguamento degli organici, con un’attenzione né emergenziale nè strumentale. La preoccupazione di fondo è rispetto a che tipo di futuro e territorio stiamo preparando, preoccupazione che condividiamo con tanti genitori, docenti, ragazzi, cittadini che in questi giorni, sempre più allarmati dalle informazioni che arrivano dall’Uff. Scol. Reg. si sono attivati affinchè venga garantito il tempo scuola che ritengono più opportuno per i loro figli, così come la normativa prevedrebbe. La visione che ci accomuna è che lo Stato debba garantire l’effettivo svolgimento e compimento dell’obbligo scolastico (art. 34 Cost.) e garantire a tutti i cittadini un’istruzione pubblica e di qualità. Purtroppo con l’organico fino ad oggi a disposizione, troppe sono le situazioni problematiche esplose in diverse scuole modenesi.
La nostra provincia sta vivendo un trend evolutivo positivo per quanto riguarda la popolazione scolastica minorenne, che negli ultimi tre anni è cresciuta di 24.500 alunni, distribuiti negli ultimi due anni prevalentemente nelle fasce d’età 3-5 anni (+5,8%) e 11-13 (+5%). In tutta risposta il nostro territorio provinciale si deve confrontare con le decisioni ministeriali di diminuire l’organico docente (-123) e personale ATA (-146).
Questi tagli hanno un fortissimo impatto anche in considerazione delle esigenze speciali di sempre più alunni: focalizziamo l’attenzione sulle situazioni di Centro Territoriale Permanente e sezioni di scuola carceraria.
Chiediamo che vengano assicurate risorse umane necessarie affinchè si possa dare risposta ai bisogni formativi ed educativi degli adulti italiani e stranieri e dei ragazzi dal 16° anno per poter sviluppare l’alfabetizzazione funzionale adatta a rispondere alle esigenze della società attuale. Inoltre forte è il rischio di dispersione delle alte competenze ed esperienza maturate dal corpo docente. Competenze ed esperienze che dovrebbero essere valorizzate per essere messe a disposizione della rete soprattutto in questa fase di trasformazione dei CTP in CPIA.
Attualmente risultano in servizio 9 docenti a fronte di 1981 iscritti sebbene la normativa preveda 10 docenti ogni 120 persone, cosa che ha portato a ridurre la durata dei corsi, allungare i tempi di attesa e tagliare gli iscritti. Il carico di lavoro è inoltre aumentato a seguito dell’approvazione del DMI 4/6/10 sul test della lingua italiana per l’acquisizione della carta di soggiorno da parte di nuovi cittadini migranti.
Penalizzata da queste riduzioni di organico sarà anche la scuola carceraria, che già nello scorso anno ha visto il passaggio da 3 a 1 classe di alfabetizzazione, da 6 a 4 classi per la scuola media e da 6 a 3 per la scuola superiore; dal 2011 risulterà garantita l’unica classe di alfabetizzazione, mentre la scuola media non presenta un organico completo e per la scuola superiore non è previsto nessun docente. Crediamo che lo smantellamento della struttura scolastica e la riduzione dei corsi serali impedisca di perseguire la finalità costituzionale di rieducazione delle persone detenute, cioè lavorare per il cambiamento della persona e il suo reinserimento sociale; questo a fronte di un sovraffollamento e di un aumento di popolazione carceraria che deve scontare prevalentemente pene di tre anni e alle responsabilità personali spesso aggiungono condizioni di marginalità sociale. Come Provincia abbiamo recentemente approvato il piano integrato per la formazione e il lavoro che cerca di offrire opportunità di formazione e reinserimento occupazionale anche a persone che vengono da percorsi di marginalità e devianza.
Perché “Perdere i vinti è perdere se stessi”.