Finanziamo la ricostruzione investendo sul nostro territorio

Fabio Vicenzi, Capogruppo Udc.
[n. 4 - Terremoto nel modenese - Dal Consiglio]

Il duplice evento sismico che tra il 20 ed il 29 maggio scorsi ha investito tutta la zona nord della nostra provincia è stata una catastrofe unica nel suo genere, in quanto, a differenza di altri eventi analoghi come quello de L’Aquila (l’ultimo in ordine temporale che si avvicina in termini di intensità e magnitudo a quello vissuto da noi modenesi) non ha colpito solamente il tessuto sociale delle collettività coinvolte, che hanno visto case ed abitazioni distrutte, in alcuni casi anche con lutti personali, ma ha messo a dura prova anche il tessuto produttivo della nostra realtà, il quale da solo rappresenta, in termini economici una delle locomotive del paese (circa l’1% del PIL nazionale) e in alcuni settori, come biomedicale, meccanico, ceramico e agroalimentare il riferimento d’Europa.

Le imprese di questa zona, come in altre zone del Paese, rappresentano delle eccellenze a livello internazionale, che, seppure indebolite dalla Crisi e dalla mancanza di credito, riescono a mantenere la posizione e talvolta addirittura a crescere.
Una emigrazione del know how da questa terra e un fermo più o meno prolungato della produzione qui significherebbe capacità produttiva, filiere, lavoro persi per sempre. L’impatto sarebbe tanto più violento in quanto la struttura reticolare dei distretti industriali rende queste imprese interdipendenti l’una dall’altra.

Di fronte a questo evento unico ed eccezionale servono risposte altrettanto uniche ed eccezionali, ma soprattutto veloci.

Sicuramente, vanno valutati positivamente i provvedimenti che, con il recente D.L. n. 74 del 6 giugno 2012, il Governo ha messo in campo per far fronte all’emergenza terremoto, soprattutto perché prevedono lo stanziamento di risorse certamente importanti e perché responsabilizzano gli enti locali nella gestione della c.d. ricostruzione; chi meglio delle istituzioni locali, infatti, può conoscere più da vicino le esigenze dei nostri territori!

Ma ciò non è sufficiente. Le risorse oggi previste saranno disponibili nell’arco di tre anni: troppi se si condivide la premessa che si faceva sulla necessità che vi siano a disposizioni risorse liquide ed immediate.

Ecco perché come UDC modenese abbiamo chiesto al Parlamento che, nel percorso di conversione in legge del decreto del governo, venga previsto il ricorso ad uno strumento di investimento che, anziché reperire le risorse con nuove tasse, consenta di offrire uno strumento di risparmio/investimento alle famiglie italiane dalla cui generosità e solidarietà potrà ripartire la ricostruzione.

Pensiamo sia utile l’emissione di un Bond di Scopo, un titolo obbligazionario dello Stato, da collocarsi presso le famiglie italiane, con una iniziativa che coinvolga anche il sistema bancario, in grado di reperire in poco tempo risorse importanti per rimpinguare e finanziare da subito il Fondo per la ricostruzione istituito dal Governo; così facendo, anziché interventi assistenziali che rischiano di non essere sufficienti se non addirittura distratti per altre finalità non sempre nobili, come purtroppo è già accaduto in passato per altre realtà, si metterebbe in campo uno strumento nuovo, di vero e proprio investimento, invogliando le famiglie italiane ad investire nella ripresa del nostro territorio che, siamo certi, riuscirà in futuro a remunerare gli investitori come altri non potrebbero fare, grazie all’eccellente grado di imprenditorialità e laboriosità di noi emiliani.

Pubblicato: 27 Giugno 2012Ultima modifica: 08 Luglio 2022