Giornata della Memoria

Per non dimenticare e dire no ad ogni forma di sterminio.
Fabio Vicenzi, Capogruppo UDC.

[n. 2 - febbraio 2011 - Dal Consiglio]

La ricorrenza del 27 gennaio è l’occasione per ricordare tutte le vittime del nazifascismo e quanti hanno sofferto per colpa di quel regime. Una pagina triste della storia che rimane scolpita nei cuori e nelle menti della gente.
Shoah è un termine ebraico che significa ”annientamento, sterminio”. Ed è riferito ad una delle più vergognose vicende della storia umana, quando i regimi dittatoriali nazifascisti, decisero di eliminare gli ebrei, con le leggi razziali, perché ritenuti razza inferiore. Stessa sorte toccò agli zingari, agli slavi, ai neri, agli handicappati, che secondo i fascisti e i nazisti non appartenevano alla razza bianca ariana, considerata superiore. A noi sembra incredibile ed impossibile che questi fatti possano essere davvero successi; purtroppo è tutto tragicamente vero, e ogni uomo appena ragionevole si vergogna ancora oggi di quello che successe. Purtroppo l’olocausto degli ebrei non è stato l’unico sterminio cui si è macchiata l’umanità civile nel secolo scorso. Tanti altri massacri si sono perpetrati durante il cosiddetto secolo breve, il Novecento, il secolo delle ideologie assassine. 45 milioni di cristiani morti ammazzati per la loro fede! Non è stato pure questo un olocausto? E’ stato un genocidio religioso attuato fondamentalmente da due totalitarismi del sec. XX: il nazi-fascismo e il comunismo.

Non si tratta di mettere su un’abominevole bilancia i morti dei due genocidi per un mostruoso conteggio comparativo, ma semplicemente di ricordare che i massacri sono stati due, frutto di due diverse ideologie scellerate. Chiedere che la memoria collettiva commemori anche il genocidio del Gulag, non significa fare un’operazione di equilibrismo politico, bensì compiere un atto di elementare giustizia morale che tolga alla memoria del crimine antisemita ogni velo di ipocrita unilateralità.

Sarebbe bello se il giorno della memoria potesse diventare anche il giorno della verifica, della denunzia e delle conseguenti azioni politiche messe in atto dalla comunità internazionale, per migliorare i diritti civili dell’uomo in tutto il mondo, insieme logicamente alle testimonianze di chi ha vissuto quella terribile esperienza. Abbiamo il dovere di ascoltarli e di sentirli, di cogliere la drammaticità di un’esperienza che si è dovuta confrontare con il più grande degrado della umanità, per ricordare, continuamente fino a che punto l’uomo riesce a pianificare violenza e sterminio, ma soprattutto per farci sentire contemporanei di Auschwitz e per farci aprire gli occhi sul presente. Ancora oggi, sono oltre 60 i paesi nei quali si contano gravi violazioni alla libertà religiosa, soprattutto nei riguardi dei cristiani con il silenzio assordante della comunità internazionale.

Pubblicato: 03 Febbraio 2011Ultima modifica: 26 Maggio 2022