Il cambio del nome, da ATCM a Seta, non ha cambiato i pessimi risultati. Anzi, l’esordio della nuova società del trasporto pubblico che unisce le province di Modena, Reggio e Piacenza, nella nostra città non poteva essere peggiore. Seta è scivolata con la prima nevicata.
Il primo febbraio, oltre 30 mezzi dell’Azienda pubblica di trasporto Seta S.p.A. in circolazione a Modena, hanno avuto forti problemi, tra cui slittamenti, perdita di stabilità, sbandamenti e in alcuni casi veri e propri fuoristrada. Questo per la mancanza di pneumatici adeguati. Motivo? Risparmiare, a detta dei sindacati, sui costi di gestione. L’azienda pubblica partecipata dalla Provincia e dal Comune di Modena, che ha emesso l’ordinanza che obbliga l’uso dei pneumatici da neve, è la prima a non ottemperare all’obbligo? Pare di sì. A denunciarlo, oltre agli autisti, anche un comunicato ufficiale e congiunto di tutte le sigle sindacali: niente pneumatici da neve sui bus urbani, previsti solo per i bus circolanti in montagna. Così non si può garantire la sicurezza di mezzi e dei passeggeri. L’azienda risponde che in realtà i mezzi montano pneumatici marcati “M+S”, ovvero “Mud & Snow”, teoricamente adatti anche in inverno, ma di fronte a mezzi che pattinano come ballerine non è una sigla che può tranquillizzare.
E’ la solita storia. Anziché migliorare il servizio, ATCM prima e Seta ora, tagliano sul servizio stesso, rendendolo sempre meno competitivo. Questo è un fatto estremamente preoccupante, sia sul piano tecnico che politico. Non si può tagliare sulla sicurezza. Per questo ho chiesto di fare luce sulle ragioni e sulle responsabilità legate all’utilizzo di pneumatici che al di là delle sigle, si sono trovati a fronteggiare l’emergenza neve e di attrezzarsi affinché situazioni simili non si ripetano.
E se la gomma scivola, il ferro, spesso, nemmeno gira. Anziché registrare un picco negli utenti, la ferrovia provinciale Modena-Sassuolo ha registrato, nell’ultimo mese, un picco nel numero di treni soppressi senza contare quelli in ritardo, senza spiegazione di almeno 30 minuti su una tratta percorribile in 25. E dopo il danno anche la beffa. A fermarsi o a non partire, anche con il sole, sono stati i bus sostitutivi dei treni della Modena-Sassuolo. Il risultato è che il trasporto pubblico, alternativo all’auto, ha dimostrato tutta la sua debolezza, proprio nel momento in cui doveva e poteva dimostrare la sua forza attrattiva nei confronti degli utenti. Ciò ha comportato ulteriore disaffenzione degli utenti rispetto al servizio.
Purtroppo, le previsioni sono state confermate. Lo avevamo detto. L’urgenza di costituire Seta entro il 2011 sembrava, e si è dimostrata essere, più legata alla volontà politica di prorogare la concessione con il socio privato senza andare a gara. Non si è aspettato nemmeno di coinvolgere nella fusione anche il bacino di Parma, dando così vita ad un aggregazione sulla quale pesa una discontinuità geografica e territoriale. Abbiamo mostrato e motivato in tutte le sedi istituzionali, con i documenti e con il voto, le perplessità che ci hanno spinto a dire no.
Seta è l’ennesimo carrozzone amministrativo, il cui scopo evidente è mascherare le perdite, l’incapacità ormai cronica degli amministratori locali di centrosinistra di fare funzionare il trasporto pubblico e di spostare sempre più lontano dal territorio i centri di responsabilità. Noi del PdL, ci siamo assunti invece la responsabilità diretta di dire no a questa aggregazione, nella convinzione che si sarebbe avvallata una operazione che, come i fatti dimostrano, avrebbe presentato troppi lati oscuri e nessuna garanzia per il territorio e la collettività che siamo chiamati a rappresentare”.