I giorni della condivisione

Grandi personalità testimoniano solidarietà e vicinanza ai terremotati.
[n. 4 - Terremoto nel modenese]

Dalla scossa del 20 maggio ogni giorno alle popolazioni della bassa sono giunti gli attestati di solidarietà, i messaggi di vicinanza e di speranza. Così come non sono mancate le visite ai paesi colpiti delle principali autorità italiane a testimonianza della vicinanza di tutto il popolo italiano con i cittadini provati dal terremoto.

Subito dopo il primo terremoto del 20 maggio il presidente del Consiglio Mario Monti ha visitato i Comuni della bassa ferrarese e modenese, in particolare si è soffermato nel comune di Finale Emilia, dove ha assicurato l’intervento del Governo per garantire alle popolazioni gli aiuti necessari per la prima emergenza e fondi per la ricostruzione. Hanno poi testimoniato la loro solidarietà il presidente della Camera Fini, ministri e rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e sindacali, segretari dei partiti politici.
Tre sono le visite che più hanno lasciato il segno, tre giornate che i cittadini delle aree terremotate hanno sentito come condivisione profonda delle loro difficoltà, della loro tragedia.

Il 7 giugno la visita a Mirandola del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto dare un messaggio di speranza e di fiducia, un incitamento a resistere e a lottare contro la calamità, battersi per un futuro di nuovo sviluppo civile e sociale.
Al campo “Friuli” degli sfollati, dove ad attenderlo c’erano il sindaco Maino Benatti e gli altri sindaci della Bassa, il presidente della Regione Vasco Errani e quello della Provincia Emilio Sabattini, ha pronunciato un breve ma intenso discorso.
«Noi siamo una grande nazione, che non può venir meno ai suoi doveri quando una parte di essa è ferita a morte. Quello che vedo e ascolto lo trasmetterò a chi ha nella nostra Costituzione la responsabilità di prendere le decisioni, governo e Parlamento, ma qualcosa, state tranquilli io posso farla. Il nostro Stato ha precisi doveri verso chi soffre, ma casomai qualcuno si distraesse anche dopo, una volta finita l’emergenza, io sono pronto a dargli la sveglia e lo farò. Voi siete forti avete il senso della socialità, dello stare insieme, del ricostruire insieme. Ci vuole spirito di sacrificio, solidarietà, e pazienza, capacità di coesione nel tempo. Bisogna durare perchè passerà del tempo prima di riuscire a fare quello che è indispensabile per tornare a vivere normalmente, ma non temete di poter essere dimenticati».
L’applauso finale che accompagna le parole del Presidente è stata la risposta di una terra che non si è arresa.

Sempre a Mirandola il 24 giugno la visita del Dalai Lama ha portato sulla città dei Pico un alone di spirituale serenità che abbraccia tutti. Senza sfarzosi ricevimenti né protocolli ingessati il Dalai Lama è entrato in una piazza Costituente, chiusa al passaggio, con la semplice compostezza della guida spirituale. Nella sua tappa al campo “Friuli” ha invitato i numerosissimi presenti a qualche minuto di meditazione, seguito da tutti, compresi il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e il sindaco di Mirandola Maino Benatti in onore delle popolazioni terremotate e mandato un messaggio di impegno e condivisione “è tempo di lavorare duramente, adesso non è il momento di rilassarsi”.

Infine il 26 giugno la visita più toccante e attesa. Il Papa Benedetto XVI accolto dal prefetto Franco Gabrielli, capodipartimento della Protezione civile, ha raggiunto Rovereto di Novi, per raccogliersi in preghiera nella chiesa di Santa Caterina di Alessandria, dove è rimasto vittima don Ivan Martini, il parroco sorpreso dalla scossa del 29 maggio mentre cercava di portare in salvo una statua della Madonna e un quadro raffigurante Santa Caterina. Successivamente il Pontefice ha incontrato i fedeli, insieme al commissario e presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, alle autorità civili, i vescovi, i parroci, i rappresentanti delle realtà imprenditoriali.
“La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli”, ha detto Benedetto XVI. “In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi – ha continuato il Papa rivolto alla folla – avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto. La mia presenza in mezzo a voi – ha spiegato – vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza. Guardando le vostre terre ho provato profonda commozione davanti a tante ferite, ma ho visto anche tante mani che le vogliono curare insieme a voi; ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio, e questo è il segno più bello e luminoso”.

“In questi giorni difficili – ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani nel suo saluto al Pontefice -, la sua preghiera, la sua solidarietà e la sua visita di oggi ci confortano e ci dicono che possiamo e dobbiamo vincere questa sfida. Lei qui vede una comunità che pure tra tante difficoltà e disagi vuole essere solidale, al lavoro, che guarda avanti e vuole costruire qualcosa per domani, meglio di ieri, con sempre più identità, con qualità, umanità e passione”.

Pubblicato: 10 Luglio 2012Ultima modifica: 08 Luglio 2022