Cittadinanza e integrazione sono un tema scottante per la società, e quindi, “ovviamente”, sono un argomento di cui c’è necessità di discutere. E, infatti, due dei principali leaders europei hanno deciso di mettere il tema in discussione, oserei dire, aprendo un dibattito europeo:
Prima la Cancelliera tedesca, Angela Merkel (Cdu), lo scorso ottobre, poi, alcune settimane fa, David Cameron (Partito Conservatore), hanno pressoché espresso lo stesso concetto: “il multiculturalismo è fallito”.
Queste sono parole forti. Molto forti. E’ riscontrabile la volontà di cambiare metodo d’azione riguardo cittadinanza e integrazione, forse perché riconosciute fallimentari. E, vista la sede scelta da Cameron per affrontare la questione (conferenza di Monaco sulla sicurezza), chissà che forse non sia giunta l’ora di affrontarla pienamente con un approccio unico europeo.
Ma cosa hanno detto la Merkel e, soprattutto, da ultimo, Cameron?
Hanno detto ciò che l’UDC afferma da tempo e cioè che il Multiculturalismo -ossia l’accostare, l’affastellare tante culture diverse, le une vicine alle altre, nel pieno rispetto di ciascuna, ma nella totale incomunicabilità, nonché impenetrabilità, nonché mancanza di volontà di integrazione- è fallito. Perché non può bastare un appello al rispetto di ogni cultura, che si traduce nel lasciare in pace chi rispetta la legge. Non può bastare una posizione neutrale in mezzo a diversi valori. Non può bastare, parrebbe dire, una libertà fatta da un lasciare fare senza coordinate utili a percorrere una certa direzione, una libertà, quindi, che si rivela essere disorientante e senza punti di riferimento, né per chi è già cittadino né per chi miri a diventarlo.
Non si può, quindi, abbassare il livello di guardia quanto al rischio che si creino zone potenzialmente capaci di creare sacche estremistiche. Ma proprio il multiculturalismo, l’affermazione del diritto alla convivenza di tante culture le une a fianco delle altre, ma allo stesso tempo chiuse nelle loro stanze a chiusura stagna, sfocia in questa, certamente non voluta, pericolosa degenerazione. Quindi va riconosciuta e combattuta senza esitazioni “l’ideologia politica che sta alla base del radicalismo di matrice islamica.
Ma, altresì, occorre avere ben chiaro il concetto che estremismo e Islam non sono la stessa cosa. C’è chi dice che Islam e Occidente siano inconciliabili e che sia in corso una guerra di civiltà; quindi dobbiamo proteggerci da questa religione, o attraverso la deportazione forzata vista con favore da certi fascisti, o vietando la costruzione di nuove moschee. Queste persone alimentano l’islamofobia e occorre respingere con forza i loro argomenti.
Per dare un futuro alla nostra società, che contempla già etnie diverse, occorre sia ignorare le pericolose voci xenofobe, sia abbandonare l’utopia del multiculturalismo, per riscoprire, invece, le nostre origini e tradizioni giudaico cristiane; solamente riscoprendo chi siamo e da dove veniamo si possono creare autentici presupposti per un accoglienza libera e aperta che porti ad una vera integrazione.