Il riordino delle Province; una occasione di rilancio del nostro territorio

Fabio Vicenzi, capogruppo Udc.
[n. 5 - ottobre 2012 - Dal Consiglio]

Tra i tanti meriti ascrivibili al Governo Monti vi è sicuramente il nuovo progetto di riordino delle province italiane, che, muovendo dalle necessità di migliorare la gestione amministrativa dei territori e di razionalizzare le risorse pubbliche, punta finalmente a ridurre sensibilmente il numero delle province, dopo anni spesi in sterili promesse elettorali; e tutto questo coinvolgendo proprio i territori, che nel rispetto dei criteri stabiliti a livello nazionale dovranno decidere loro il nuovo assetto territoriale da proporre al Governo per l’adozione definitiva.

Ma la riforma voluta dal Governo con l’adozione del decreto legge sulla Spending Review, non si limita a riordinare le province, quali nuovi enti intermedi di area vasta, ma, al contrario si pone l’obiettivo più ambizioso di ridisegnare e ripensare la gestione amministrativa dei territori, riorganizzando la presenza dello Stato sul territorio e, soprattutto favorendo la fusione di comuni.

Dunque, non un semplice riordino di un livello di governo oggi esistente, ma una riforma a tutto tondo che, muovendo dall’accorpamento delle province porti tutti i territori a concepire comuni più grandi e più strutturati, meglio capaci di rispondere alle esigenze di cittadini ed imprese.

Si tratta di una vera e propria occasione di rilancio che il nostro territorio non può lasciarsi sfuggire. Ma per coglierla occorre che la politica locale non si limiti ad affrontare solamente il tema delle province, dividendosi su chi vede meglio la provincia unica dell’Emilia, piuttosto che l’accorpamento tra Modena e Reggio (per noi sicuramente più funzionale) o la provincia c.d. Cispadana (Modena, Reggio e Ferrara), ma dia finalmente inizio, su scala provinciale, al dibattito sulle fusioni tra i comuni, al fine davvero di ridurne il numero per aumentarne l’efficienza.

Noi come UDC è da più di un anno (agosto 2011) che abbiamo presentato una nostra proposta, per passare nella nostra provincia dagli attuali 47 ad appena 18 comuni; si tratta di una base di partenza che vuole essere aperta al confronto con le altre forze politiche, sia di maggioranza (PD) che di opposizione (PDL), dalle quali, però, ad oggi non è arrivato alcun contributo.

Speriamo che oggi, dopo il provvedimento del Governo, che costringe tutti a ripensare al futuro degli enti locali, tutta la politica modenese riesca a superare lo stallo attuale, ridisegnando la geografia dei nostri comuni, perché i cittadini sul territorio sono più avanti di certa classe dirigente e chiedono solo che la politica colga la sfida per ammodernare il sistema di governo locale.

Pubblicato: 26 Settembre 2012Ultima modifica: 08 Luglio 2022