Il prossimo anno scolastico si avvia il 14 settembre secondo quanto stabilito dalla Regione Emilia Romagna. Sarà un avvio all’insegna dei cambiamenti, nelle scuole di ogni ordine e grado andrà in applicazione quanto disposto dalla riforma “Gelmini” e si faranno sentire i tagli decisi dalla Finanziaria, che determinano una riduzione quantitativa e qualitativa dei servizi scolastici.
Per la prima volta nella provincia di Modena, non saranno accolte tutte le richieste delle famiglie per il tempo pieno nella scuola elementare; sarà fortemente ridimensionato il tempo prolungato alle medie (con una riduzione prevista di 80 classi) e si preannuncia una situazione di sofferenza anche per le scuole dell’infanzia.
Sono queste le criticità più significative, conseguenti ai tagli di organico e di risorse economiche per la scuola operati dal Governo, segnalate dai rappresentanti degli enti locali e delle istituzioni scolastiche modenesi nel corso della Conferenza provinciale di coordinamento, che si è svolta lunedì 14 giugno, presieduta dall’assessore provinciale all’Istruzione Elena Malaguti, alla quale è intervenuto il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Gino Malaguti.
«Il problema vero – ha affermato Elena Malaguti – è che il taglio dei docenti è stato imposto senza tenere in considerazione l’incremento della popolazione studentesca che registriamo sia in regione che in provincia. I tagli dunque, paradossalmente, colpiranno le situazioni più virtuose, come la nostra, già da anni interessate da un preciso processo di razionalizzazione e di disperdere l’importante patrimonio di competenze che abbiamo costruito».
A fronte del previsto aumento di circa un migliaio di iscritti, per l’anno scolastico 2010/2011, nelle scuole modenesi di ogni ordine e grado è previsto un taglio di 212 docenti. Secondo i dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale, a Modena verranno infatti a mancare 128 docenti dell’organico di diritto alle superiori, 47 alle medie, 38 alle elementari, colpendo anche la formazione degli adulti.
In particolare, durante l’incontro, sono state messe in evidenza le difficoltà della scuola dell’infanzia e dei Centri territoriali permanenti (Ctp).
Nel primo caso, dovute all’effetto combinato dell’incremento costante dei bambini, della carenza di offerta di sezioni statali e del taglio delle risorse agli enti locali, «lasciati soli a trovare risposte». In particolare a fronte di richieste di nove nuove sezioni (per oltre 200 bambini in lista d’attesa non frequentanti altra scuola) in diversi comuni (Carpi, Bomporto, Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro, San Cesario sul Panaro, Castelfranco-Emilia, Pavullo) e di completamento per due sezioni (Montese e Medolla) per ora non è stata disposta l’assegnazione del personale docente da parte del Ministero dell’Istruzione.
Per quanto riguarda i Ctp, ai quali sono iscritte circa cinquemila persone, la riduzione degli organici colpisce i corsi di alfabetizzazione di lingua italiana per adulti stranieri e disperde competenze e specializzazioni acquisite dai docenti.