E’ stata inaugurata il 4 febbraio la nuova palazzina adiacente l’istituto Fermi di Modena.
L’edificio ospita dieci aule e un laboratorio per le analisi agroalimentari al fine di dare un’adeguata risposta all’esigenza di spazi per le attività didattiche di oltre 200 alunni. La palazzina è stata realizzata in un’area dove sorgeva un precedente edificio, che aveva ospitato l’Istituto Storico di Modena, demolito a causa dei danni dovuti al sisma del 2012.
L’investimento ha avuto un costo complessivo di un milione e 510 mila euro, finanziato dalla Provincia con un contributo di 500 mila euro della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.
Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, Maria Cristina Zanti, dirigente dell’istituto, scolastico regionale, Luigi Tognin, presidente del Consiglio di istituto, Milo Imbeni, rappresentante degli studenti e le autorità scolastiche.
Il nuovo edificio sarà la sede di un polo per il sostegno e la ricerca nel settore agroalimentare, con il laboratorio, che sarà completato nei prossimi mesi con la nuova strumentazione, dedicato allo studio delle eccellenze modenesi, prima fra tutte l’aceto balsamico, a supporto del nuovo indirizzo di chimica, biotecnologie e materiali.
Grazie a questo intervento il Fermi risolve i problemi di spazio e non utilizzerà più la sede distaccata all’istituto Wiligelmo.
La nuova struttura è collegata all’edificio attuale al piano terra da un passaggio vetrato ed è dimensionata per poter sostenere il carico di quattro piani fuori terra, così da renderla idonea, in caso di decisione successiva, alla realizzazione di un ulteriore piano per un istituto in continua crescita che quest’anno ha superato i 1.100 iscritti con 44 classi.
L’istituto Fermi nasce nel 1957 da una intuizione dell’assessore alla Cultura e vice presidente della Provincia Rubes Triva allo scopo di accogliere una settantina di studenti che non avevano trovato posto al Corni.
L’idea era di puntare sulle specializzazioni in chimica (anche per rispondere alle esigenze del distretto ceramico) ed elettronica, considerata la materia del futuro.
Dall’anno scolastico 2008-2009 l’istituto è diventato statale con l’obiettivo di garantire alla scuola una prospettiva di stabilità e assicurarle un futuro certo nel sistema statale di istruzione superiore.