La violenza sulle donne e il mobbing

Denis Zavatti, Capogruppo Lega Nord.
[n. 4 - dicembre 2010 - Dal Consiglio]

La violenza sulle donne è una delle manifestazioni più disgustose della degradazione alla quale può arrivare l’essere umano. E la Lega Nord, che della battaglia per la giustizia e per la certa e implacabile punizione di ogni tipo di reato ha sempre fatto una bandiera, non si sente seconda a nessuno nel condannare ogni atto, compiuto con parole o azioni, che vada a ledere la dignità morale e l’inculumità fisica delle donne.

Ogni comportamento che costituisca motivo di offesa psicologica e fisica per una donna ha più colpevoli: in primis il reo, che va assicurato alla giustizia e punito in maniera esemplare. Ma colpevoli sono anche le istituzioni che non sono state in grado di garantire a quella donna il diritto ad un’esistenza serena e priva di pericoli. E colpevole, in senso lato, è anche tutta la comunità, che ha consentito il crescere nel proprio seno del germe del male.

Ciò detto, ci soffermiamo un attimo su un tipo di violenza che non sempre è fisica o sessuale, ma che non di meno provoca gravi danni sulla psiche di molte donne… e a volte anche uomini: ci riferiamo al mobbing. Mobbing, come non tutti sanno, è un termine inglese che identifica tutte quelle variegate forme di maltrattamento che vengono attuate sul luogo di lavoro generalmente da un superiore gerarchico.

Quello del mobbing è un fenomeno diffusissimo che viene in superficie raramente e solo nei casi più eclatanti. Generalmente chi subisce vessazioni sul luogo di lavoro tace, per non mettere a repentaglio la sua occupazione, oppure, quando proprio il livello di sopportazione è oltre i limiti, abbandona l’impiego e si licenzia. Ben raramente reagisce denunciando il o i molestatori.

Questo fenomeno è purtroppo molto diffuso anche nelle nostre zone. Più volte ci è capitato di incontrare ragazze e donne che ci hanno raccontato dei loro casi personali e quasi sempre – ci hanno detto – queste vessazioni erano praticate in modo voluto e scientifico per portare all’allontanamento volontario dal luogo di lavoro della persona presa di mira. E questi casi, qui da noi, capitano anche in realtà che teoricamente avrebbero una forte vocazione sociale… anche se, sappiamo tutti, che su questa vocazione sociale ha preso ormai il sopravvento la pura logica imprenditoriale.

Quando a subire il mobbing sono uomini, la faccenda, sempre condannabile e sgradevole, assume però dei contorni meno drammatici. Le possibilità di reazione sono maggiori. Ma quando il mobbing viene esercitato su donne le conseguenze sono spesso devastanti. Noi non siamo degli psicologi, ma ci è stato detto da esperti che queste vessazioni spesso sono all’origine di veri e propri drammi interiori. Anche quando le offese non sono direttamente riconducibili a un piano fisico o sessuale.

Le tensioni e i dolori vissuti sul luogo di lavoro si somatizzano, e accompagnano la donna nella quotidianità della sua vita. Possono portare a malinconie o vere depressioni, a mutamenti nelle capacità relazionali con conseguenze gravi nella gestione dei rapporti famigliari.

La donna che subisce il mobbing alla fine cede e abbandona il suo impiego, spesso senza avere immediate soluzioni alternative. E da qui, a volte, si piomba in un altro dramma che è quello della disoccupazione.

È per questo motivo che il Gruppo della Lega Nord nel Consiglio Provinciale di Modena, a nome di tutto il Movimento, pronuncio una ferma e sentita condanna di ogni forma di violenza sulle donne, fenomeno indegno di una società che voglia dirsi civile, e invita le istituzioni a vigilare anche su quei tipi di violenza poco visibili ma molto diffusi che sono all’origine di tanti drammi umani.

Pubblicato: 01 Dicembre 2010Ultima modifica: 26 Maggio 2022