L’acqua è uguale per tutti

Calano i consumi di acqua dei modenesi e le perdite nelle reti.
I dati forniti in un convegno in occasione della giornata mondiale dell’acqua.
[n. 4 - aprile 2011]

I modenesi consumano meno acqua potabile rispetto al passato; contemporaneamente migliora la situazione delle dispersioni della rete acquedottistica. Dai dati di questi ultimi anni emerge che dai quasi 55 milioni di metri cubi di acqua fatturata nel 2005 si è scesi ai 51 milioni e 700 mila del 2009. Ogni modenese consumava nel 2005 quasi 154 litri di acqua al giorno che sono scesi a 136 nel 2009 raggiungendo in anticipo l’obiettivo regionale di 150 litri al giorno entro il 2016.

Diminuiscono, inoltre, le perdite della rete acquedottistica (lunga circa cinque mila chilometri): l’indice di dispersione per metro lineare di tubazioni nel territorio modenese è diminuito da 5 metri cubi persi nel 2005 a 3,9 metri cubi nel 2009. Le perdite, tuttavia, sono al 31 per cento (a livello nazionale nel 2008 erano al 32,5 per cento).

Tutte le problematiche relative alla tutela e gestione della risorsa acqua sono state al centro del convegno “L’acqua è uguale per tutti. Tutela, progettazione, qualità e gestione di una risorsa primaria” tenuto martedì 29 marzo su iniziativa della Provincia di Modena e dell’Ordine dei dottori Agronomi e forestali di Modena all’interno delle iniziative collegate alla giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata il 22 marzo.

«Il calo dei consumi e la diminuzione delle perdite della rete acquedottistica – ha sottolineato Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – sono due aspetti positivi frutto della maggiore sensibilità dei modenesi e dell’efficacia degli investimenti sulla rete di questi ultimi anni. Resta tuttavia ancora tanto da fare perché le perdite sono ancora troppo elevate, anche se nella media regionale. La gestione complessiva del servizio, dalla captazione alla depurazione, ha fatto passi in avanti notevoli ma si può migliorare ancora. Si tratta di un bene – sottolinea Vaccari – che non può essere privatizzato e deve rimanere pubblico il controllo delle reti e degli impianti. La nostra esperienza ci dice, però, come il coinvolgimento dei privati nella gestione abbia portato benefici e risorse importanti per migliorare la qualità del servizio».

Pietro Natale Capitani, presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e forestali di Modena ha sottolineato che «il tema dell’acqua non può essere trattato solo in riferimento alle sue proprietà fisiche o chimiche ma deve essere inserito nel contesto ambientale, nei sistemi ecologici e considerato in rapporto al suo impatto complessivo sul territorio articolato».

Questi i dati sugli investimenti effettuati sulla rete idrica per ridurre la dispersione illustrati nel corso del convegno: degli oltre 74 milioni di euro investiti nel triennio 2010-2012 dai gestori del servizio idrico (Hera, Aimag, SorgeAqua), quasi un terzo (oltre 22 milioni) è concentrato sulla riduzione della dispersione delle reti acquedottistiche. Il resto delle risorse è impiegato per migliorare i sistemi fognari e la depurazione delle acque.

In cinque anni (dal 2005 al 2009) i gestori hanno investito sul servizio idrico oltre 146 milioni di euro (a tutt’oggi solo i Comuni di Fanano, Montese, Riolunato e Pievepelago non hanno usufruito di questi investimenti non avendo aderito all’affidamento del servizio).

Per quanto riguarda, invece, il sistema depurativo nel 2008 sono entrati nella rete fognaria quasi 90 milioni di metri cubi di acque reflue con una percentuale di depurazione del 90 per cento.

Pubblicato: 06 Aprile 2011Ultima modifica: 12 Luglio 2022