L’Aquila dimenticata

Finita la passerella mediatica, il Governo non si cura del dopo terremoto.
Serve una rapida ricostruzione economica e sociale della città.
Sergio Pederzini, Capogruppo IDV.
[n. 3 - novembre 2010 - Dal Consiglio]

Aprile 2009 una scossa di terremoto devasta l’Aquila e svariati paesi limitrofi, a distanza di oltre un anno e mezzo la stragrande maggioranza dei giornali o delle tv non parla più di questa catastrofe che ha colpito la nostra nazione ed è costata la vita ad oltre 300 persone, come mai ?! Forse non fa più tendenza, non coglie più l’interesse dei cittadini ed è più proficuo spettacolarizzare una tragedia come quella avvenuta ad Avetrana in Puglia dove una ragazza è stata brutalmente assassinata da uno o più parenti e tutti vogliono dare un loro giudizio.

Oppure si pensa, anzi si vuol far credere che si sia per la maggior parte sistemato!!

Purtroppo non è così, centinaia anzi migliaia di persone vivono ancora presso alberghi o parenti, tra le altre cose, molti albergatori della costa lamentano il fatto di non essere ancora stati pagati dallo stato, a fronte del servizio a loro richiesto, ed hanno anche subito un ulteriore danno economico dato che non gli è stato possibile lavorare nel periodo di maggior affluenza turistica siccome i loro stabili erano occupati per dare un tetto agli sfollati.

Sfortunatamente questa categoria di lavoratori non è l’unica a subire i ritardi di pagamento

per le opere prestate, varie aziende del Trentino le quali hanno fornito opere e strutture per i cantieri Abruzzesi erano state mobilitate in fretta e furia, peccato che molti di questi non hanno ancora visto un soldo, anzi si sono visti peggiorare la loro situazione già abbastanza difficoltosa a causa della crisi. Un chiaro esempio è dato dalla Trentina legno di Storo che a fronte di una fornitura di casette in legno alla protezione civile è stata costretta ad avviare i procedimenti di liquidazione lasciando a casa 30 lavoratori, oppure la Casbau che ha costruito oltre 200 alloggi in muratura ed è ormai in crisi profonda a causa del mancato introito.

Ma non è tutto, nel centro storico della città abruzzese, ci si aspetta di vedere o sentire l’assordante rumore di ruspe o il movimento di camion e gru. Invece niente, un silenzio innaturale ti accompagna mentre cammini nei vicoli di quello che rimane del bellissimo centro storico.

Le new town, piccoli quartieri di case nuove, costruite a peso d’oro, stonano con il paesaggio circostante un tempo verde e lussureggiante e tutelato da vincoli paesaggistici, ma oggi invaso da casermoni di cemento privi di una propria identità. Chi ha avuto la fortuna di finire in questi quartieri inizia ad intuire che ci dovrà rimanere, se tutto va bene, almeno 30 anni. Le case consegnate in pompa magna personalmente dal premier Berlusconi, appena ci si entra, appaiono molto diverse da come le abbiamo viste in televisione ma come spiega un terremotato «dopo mesi in tenda pure una baracca ti sarebbe sembrata una reggia».

Le macerie sono state rimosse solo in piccola parte, la gente vive in un clima d’angoscia crescente. Stando alle dichiarazioni del dottor Alessandro Sirolli, direttore del centro psichiatrico diurno dell’Asl 1 dell’Aquila “ci nascondono le cifre del disastro umano”. Il numero dei morti, dei suicidi, dei divorzi e dell’uso di psicofarmaci è aumentato nel silenzio generale. Gli effetti distruttivi sulla psiche umana, dopo il sisma e lo stato di crisi, sono stati devastanti.

Ci sarebbero ancora molte cose da dire soprattutto sul mancato coinvolgimento delle aziende locali e sull’organizzazione dei campi dove vennero accolti gli sfollati ne riparleremo. Concludo dicendo che Italia dei Valori unisce la propria voce a quella degli Aquilani che ormai da tempo chiedono, anzi gridano al governo di muoversi, è già passato troppo tempo dalle prime promesse di una rapida ricostruzione, è finito il tempo delle parole bisogna passare ai fatti. Possibilmente facendo lavorare le aziende locali e far sì che si possa così rimettere in moto anche l’economia.

Pubblicato: 28 Ottobre 2010Ultima modifica: 26 Maggio 2022