Vigneti sempre più giovani ed efficienti. E’ questo l’obiettivo che la Provincia ha perseguito negli ultimi anni sostenendo, con oltre 12 milioni di euro di contributi dal 2001 al 2010, i piani di riconversione delle aziende agricole.
«Il risultato più evidente – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura – è il ringiovanimento dei vigneti: ora oltre un terzo ha meno di dieci anni su una vita media di circa 20. Si tratta della migliore garanzia in vista delle sfide che ci attendono per il futuro».
Con i contributi della Provincia, infatti, sono stati ristrutturate 1.656 aziende (su 3.800 aziende del settore vitivinicolo) e 2.367 ettari su oltre sette mila.
Per quanto riguarda la lotta alla flavescenza dorata (malattia epidemica della vite) nel biennio 2009-2010 si è concluso un primo ciclo di contributi pari a quasi mezzo milione di euro destinati a 165 aziende che hanno potuto così estirpare i vigneti colpiti.
Dai dati del catasto viticolo provinciale, emerge anche che le cantine di trasformazione dell’uva in vino nel modenese sono 110, di cui 40, le più importanti come dimensione, nelle zone dedicate ai lambruschi.
In base ai dati Istat nel 2010, con la vendemmia 2009, sono stati prodotti in provincia di Modena quasi un milione di ettolitri di vino di cui quasi 500 mila di vini doc/dop (in gran parte lambruschi).
Oltre ai lambruschi, nel territorio modenese si coltivano diverse varietà di vitigno come l’ancellotta, il trebbiano modenese, il montù, il pignoletto, il marani, il maestri, poi barbera, albana, pinot bianco, cabernet souvignon, malvasia bianca, sangiovese, merlot, alionza, pinot nero, syrah e traminer aromatico.
Tra le curiosità del catasto spicca la presenza di vitigni con superfici modeste ma di elevata qualità e di un certo rilievo per la salvaguardia delle biodiversità che la Provincia intende valorizzare con progetti specifici; tra questi figurano il trebbiano di Spagna (chiamato ora Trebbianina), l’uva Tosca, la gavetta, l’alionza, la ruznintena e la ciocchella.