Con il nuovo Governo Monti sembra sia finalmente possibile realizzare il buon funzionamento della Giustizia, mediante l’individuazione delle priorità di intervento proprio in quei settori dove più volte il Partito Democratico ha detto, sin dall’inizio della legislatura parlamentare, che è forte l’emergenza: la giustizia civile e l’organizzazione giudiziaria.
Come Gruppo Consiliare del Partito Democratico Provinciale non possiamo esimerci dal portare il nostro contributo anche in questo ambito, in quanto le interazioni tra economia e giustizia sono fortissime: se si vogliono attrarre capitali in un territorio è necessario garantire certezza ed efficienza della giustizia, se si vogliono accrescere le iniziative imprenditoriali italiane e straniere nella nostra Provincia è indispensabile assicurare un percorso celere del processo.
Il primo passo è quindi restituire efficienza al sistema.
Proprio per questo, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico Provinciale abbiamo presentato un ordine del giorno affinchè la riforma di razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie sia realizzata dentro un progetto di intervento strutturale di riorganizzazione della giustizia, che non intacchi le opportunità di accesso e utilizzo degli uffici giudiziari per i cittadini e le imprese e che presti un’attenzione particolare a quelle sedi decentrate ubicate in territori morfologicamente distanti dalle sedi principali o in territori particolarmente complessi per la densità degli insediamenti economici e produttivi.
Riteniamo inoltre importante che la scelta sul mantenimento o la chiusura di determinate sedi giudiziarie non sia basata sulla maggiore o minore disponibilità economica delle amministrazioni locali, provocando una disuguaglianza incostituzionale tra i cittadini, ma su criteri oggettivi in rapporto all’efficienza ed al carico di lavoro degli uffici.
Occorre riorganizzare le cancellerie e gli uffici amministrativi, qualificando professionalmente il personale e riallineando la distribuzione territoriale degli uffici giudiziari con le esigenze specifiche dei territori.
L’emergenza della giustizia civile è stata infatti affrontata negli ultimi tre anni con provvedimenti legislativi di modifica dei riti processuali che non hanno avuto la portata deflattiva annunciata; per dissuadere i cittadini dal rivolgersi alla giustizia sono state aumentate le tasse per le impugnazioni e troppo spesso gli uffici giudiziari sono stati lasciati soli nel fronteggiare l’enorme carico di lavoro ordinario.
Bisogna invece, da una parte, uscire dalle logiche di interventi di emergenza e verificare quali siano le cause che alimentano i flussi del contenzioso, specie civile: è significativo ad es. l’aumento delle procedure esecutive immobiliari, segno di sofferenza dei mutui bancari, di quelle mobiliari e di sfratto per morosità, segno del più generale impoverimento sociale, nonché delle procedure fallimentari, segno della crisi delle nostre imprese e dello stato di recessione economica in atto; dall’altra vi è un’importante necessità di soluzioni organizzative efficienti.
Riteniamo quindi fondamentale rendere pienamente operativo per tutti i procedimenti e su tutto il territorio nazionale il processo telematico, già in vigore a Modena in via sperimentale: le riforme di modernizzazione e digitalizzazione comportano costi iniziali consistenti, ma sono investimenti produttivi che consentono di raggiungere l’efficienza nella risposta alla domanda di giustizia dei cittadini e delle imprese permettendo quindi di attrarre capitale anche estero per investimenti e far ripartire lo sviluppo locale.