Un Consiglio provinciale dedicato interamente al tema delle infiltrazioni mafiose nel territorio modenese e alle iniziative di contrasto è in programma a Modena mercoledì 18 maggio (ore 15) nel Palazzo della Provincia (viale Martiri della Libertà 34).
Scopo dell’iniziativa – spiega Demos Malavasi, presidente del Consiglio provinciale di Modena – è quello di «fare il punto sulla presenza delle mafie nella nostra provincia, sulle iniziative di contrasto che si stanno sviluppando sul piano istituzionale, economico, sociale e culturale. Le mafie sono un cancro per la nostra società e la nostra democrazia; cercano di mettere radici in un territorio ricco come il nostro sfruttando la crisi per acquistare imprese, conquistare appalti e lavori».
Nel programma, dopo le introduzioni di Malavasi e di Benedetto Basile, prefetto di Modena, sono previsti gli interventi di Vito Zincani, procuratore della Repubblica di Modena; Maurizio Torreggiani, presidente della Camera di commercio di Modena che illustra il protocollo contro la criminalità per la legalità; Donato Pivanti in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil; Egidio Pagani, assessore provinciale alla Infrastrutture sull’attività dell’Osservatorio appalti; Beatrice Fonti sulla Carta etica degli ordini professionali e Giuseppe Schena, sindaco di Soliera sull’impegno degli enti locali; dopo la relazione di Gerardo Bisaccia di Libera sono previsti gli interventi dei consiglieri quindi le conclusioni di Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena.
Per Malavasi «la risposta che è venuta e sta venendo dalle istituzioni, dagli enti locali, dalle associazioni economiche e del lavoro è molto positiva e accompagna l’azione importante di contrasto alle mafie che sta venendo dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Ma non dobbiamo abbassare mai la guardia – avverte Malavasi – anzi dobbiamo rilanciare un impegno costante da parte di tutti. Vogliamo affermare – conclude Malavasi – la cultura della legalità, del rispetto delle leggi, dell’affermazione dei diritti tra i cittadini e in particolare tra i giovani per sconfiggere la cultura delle mafie basata sulla oppressione, sulla negazione della libertà, sul sopruso e la violenza».