Siamo tutti d’accordo nel ritenere che la manovra economica in via di approvazione dal Parlamento, sia inevitabile o, come dicono tutti, necessaria. La situazione dei nostri conti pubblici, sebbene non al tracollo anche grazie al lavoro svolto in questo senso dal Ministro Tremonti (diamo a Cesare ciò che è di Cesare), è sicuramente grave, da imporci una correzione rispetto all’ultima finanziaria.
Il tema politico, però, è un altro: costruire una manovra il più equa possibile e, soprattutto, che contenga le riforme strutturali che servono al Paese e che noi dell’UDC chiediamo da tempo, come la riforma previdenziale e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali che né il centro sinistra prima con Prodi, né il centro destra oggi con Berlusconi sono stati in grado di fare (per conoscere le nostre proposte vedere il link abbinato al presente articolo).
Purtroppo, niente di tutto ciò è contenuto nella manovra economica proposta dal Governo che, anziché un provvedimento per risanare l’Italia, ogni giorno che passa sembra sempre più una scatola con molte mance e mancette elettorali, come la vicenda sulle quote latte ha senza dubbio dimostrato (una vera vergogna che offende tutti gli allevatori onesti).
Ma ciò che preoccupa di più è, a mio avviso, non tanto, o meglio, non solo l’illusione di autosufficienza di cui è preda il Governo, ma lo scontro istituzionale tra l’Esecutivo e le Regioni che di recente hanno “minacciato” la restituzione delle proprie deleghe allo Stato.
Capiamo la protesta dei presidenti delle regioni e dei sindaci. I tagli imposti dal Governo sono insopportabili per i loro bilanci. Ma non possiamo permettere che i servizi sociali indispensabili per le famiglie vengano usati come arma di ricatto nello scontro istituzionale. Tagliate gli sprechi ognuno per la propria parte (e ce ne sono ancora tanti anche nella nostra Regione) ma lasciate in pace le famiglie italiane loro hanno già dato.