Coordinare i diversi enti coinvolti nella prevenzione, nella gestione, nell’approccio e nel contrasto delle situazioni di disagio, sospetto abuso e maltrattamento di minori, definendo compiti e responsabilità, oltre a garantire un’adeguata formazione degli operatori anche sulle nuove frontiere dell’abuso dal “cyberbullismo” ai pericoli della rete. E’ questo l’obiettivo del protocollo siglato nella sede della Provincia di Modena.
Il documento è promosso dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena e coinvolge diversi enti e istituzioni: Prefettura, Comuni, Unioni di Comuni, Ausl e Policlinico di Modena, la rete delle istituzioni scolastiche (Rismo), l’Associazione delle scuole superiori di secondo grado (Asamo).
Sulla base anche del quadro normativo di riferimento, riportato nell’accordo, il documento individua innanzitutto le diverse competenze a partire da servizi sociali, le strutture sanitarie, ma anche le Forze dell’ordine, la scuola fino alla magistratura.
Poi sono stabilite le diverse procedure operative per affrontare le situazioni partendo dalle linee guida, sulle quali sono previsti appositi progetti di formazione, per la gestione dell’emergenza, dalla segnalazione, alla presa in carico fino ai trattamenti sanitari.
Nel documento si definisce anche quando ci si trova di fronte a una emergenza e i soggetti che la rilevano: dai cittadini, ai minori stessi, i familiari, fino alle Forze dell’ordine, Telefono Azzurro che gestisce il servizio 114 Emergenza infanzia o i Servizi sociali.
L’applicazione dell’accordo sarà sottoposta a verifica costante nella Conferenza territoriale sociale e sanitaria ed in specifici gruppi tecnici e tavoli di concertazione territoriali che dovranno, tra l’altro, raccogliere e analizzare i dati, individuare progetti ed iniziative per migliorare le capacità di prevenzione e intervento «in un’ottica di approccio multiprofessionale ed interistituzionale», condividere modalità comuni di segnalazione di situazioni di disagio, maltrattamento ed abuso a danno dei minori alle autorità competenti e, sulla base delle esperienze acquisite, modalità di intervento più appropriate.
Il Protocollo sulla tutela dei minori contro abusi e disagio definisce i compiti dei diversi enti a partire dalla Prefettura di Modena che svolge il ruolo di coinvolgimento e coordinamento delle Forze dell’ordine «allo scopo di adottare moduli organizzativi di prevenzione ed intervento efficaci ed omogenei, oltre a favorire il raccordo e con gli organismi centrali dello Stato»; il documento, nella parte dedicata ai ruoli e all’integrazione delle competenze, definisce anche i compiti di Questura e Carabinieri sulla base della legge e puntualizza il ruolo della magistratura, Procura, Tribunale dei minori e ordinario.
Gli enti locali adottano, quali responsabili dei Servizi di tutela dei minori, azioni di prevenzione, vigilanza, rilevazione e segnalazione all’autorità giudiziaria, protezione, cura e promozione del minore e della sua famiglia; sostengono e potenziano i servizi e le azioni finalizzate all’accoglienza dei minori, alla prevenzione e omogeneizzazione degli interventi sul territorio; concorrono e partecipano all’attività di formazione integrata per il personale delle scuole, per le Forze dell’ordine, per il terzo settore.
Gli istituti scolastici (rappresentati dalle associazioni dei dirigenti scolastici Rismo e Asamo) e l’Ufficio scolastico provinciale promuovono la partecipazione del personale docente agli incontri di formazione organizzati di concerto con gli altri soggetti firmatari, con gli Enti interessati per integrare le diverse competenze chiamate ad agire nelle differenti fasi dell’intervento di contrasto alle forme di disagio, abbandono scolastico, maltrattamento ed abuso in danno di minori; anche la scuola, nelle situazioni di sospetto abuso o maltrattamento segnala ai Servizi sociali e magistratura.
L’Ausl di Modena realizza una costante attività di monitoraggio dei fenomeni dell’abuso e delle forme di violenza a danno dei minori, coinvolgendo i responsabili dei consultori, del Dipartimento di salute mentale, del presidio ospedaliero, dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale; collabora all’individuazione e messa in opera delle strategie e delle attività di prevenzione ed intervento nelle situazioni di grave pregiudizio per i minori; adotta in maniera sempre più qualificata, quale referente privilegiata della tutela della salute del minore, azioni di prevenzione, protezione e promozione della salute del minore e della sua famiglia, anche attraverso il fattivo coinvolgimento del proprio Servizio di Medicina Legale, per l’accertamento immediato dell’ipotesi di maltrattamento abuso; sostiene le attività ed i servizi dedicati all’accoglienza dei minori, alla prevenzione della vittimizzazione secondaria ed all’omogeneizzazione territoriale degli interventi, nell’ottica della massima integrazione tra interventi sanitari e sociali; assicura l’accesso ottimale all’assistenza sanitaria, anche attraverso percorsi privilegiati concordati con le altre agenzie del territorio.
Il Policlinico di Modena realizza una costante attività di monitoraggio dei fenomeni dell’abuso e delle forme di violenza a danno dei minori, coinvolgendo i responsabili dei servizi interni (Accettazione pediatrica, Pronto soccorso, accettazione Ostetrico-ginecologica, Pediatria); collabora, organizza specifici corsi di formazione; appronta specifici protocolli di valutazione clinica e medico-legale del minore vittima di sospetto maltrattamento o abuso in linea con le più recenti indicazioni regionali e comunque comprensivi di idonee misure di accoglienza, intervento operativo (raccolta dei dati clinici ed anamnestico, attivazione di specifico iter diagnostico-terapeutico, raccolta e custodia dei reperti di interesse giudiziario); attiva percorsi di supporto e di accompagnamento ‘in uscita’ del minore maltrattato o soggetto di abuso, anche attraverso l’intervento del Servizio sociale.
Il Forum provinciale del Terzo Settore di Modena si impegna a partecipare e collaborare nell’ambito delle attività previste dai tavoli interistituzionali distrettuali.
Una parte del Protocollo sulla tutela dei minori è dedicata alla individuazione delle diverse forme di abuso: dal maltrattamento fisico e psicologico, agli abusi sessuali anche on line, fino al cyberbullismo.
In particolare, sull’abuso attraverso la rete Internet, si legge nel documento, emerge che sono maggiormente a rischio “di vittimizzazione sessuale” i ragazzi di età compresa tra i 13 e 17 anni; l’abuso può partire da diverse situazioni come l’adescamento tramite la rete in attività di cybersex, a scopo di incontri sessuali o per la produzione di materiale pedopornografico.
Tra le altre tipologie la violenza spiccano anche quelle a cui i bambini sono costretti ad assistere in ambito familiare, i maltrattamenti psicologici, riscontrati spesso sui minori nelle separazioni coniugali altamente conflittuali, i maltrattamenti fisici veri e propri, comprese le mutilazioni sessuali, oppure riscontrati in minori disabili, considerati i soggetti più vulnerabili, fino all’abuso sessuale in ambito familiare o attuato da persone conosciute dal minore.
Infine viene considerato anche il fenomeno del bullismo che, anche se nell’ordinamento italiano non è considerato come tale un reato, può sfociare in atti gravi, questi sì considerati reati, come le minacce, estorsioni e violenza aggravata; c’è un bullismo verbale, fisico e indiretto (come i pettegolezzi e l’esclusione sistematica dalla vita di gruppo) fino al cyberbullismo, quello cioè che avviene tramite i social e le nuove tecnologie che consente all’aggressore di agire nell’anonimato contro una vittima che non può difendersi.