Niente politica senza partiti, niente partiti senza onestà

Fabio Vicenzi, Capogruppo Udc.
[n. 3 - maggio 2012 - Dal Consiglio]

I recenti scandali che hanno colpito la Lega e Sel sono soltanto la punta di un iceberg, un rovinoso iceberg contro cui rischia presto di infrangersi la nave del Paese Italia.

Siamo ormai ad un punto di non ritorno: i reati che vedono coinvolti il partito del Carroccio e il partito di Nichi Vendola sono gravissimi, corruzione e concussione su tutti, e fanno precipitare la politica in un baratro che sembra non avere un fondo. Tesorieri che, mal interpretando la carica di cui sono investiti, credono di poter attingere dai finanziamenti pubblici come da un forziere segreto, ritrovato su una terra esotica, dopo un’avventurosa campagna al fianco di Jack Sparrow.
Eppure, se da un lato la Lega si ritrova coinvolta in uno scandalo, non esitano a sorgerne di nuovi anche dalla parte opposta: é il caso di Vendola, indagato per la sospetta forzatura di una nomina di primario all’interno dell’Ospedale San Paolo di Bari. Le accuse? Abuso d’ufficio, peculato e falso.
Insomma, chi più ne ha più ne metta. E così, mentre da una parte si gioca con forzieri grondanti denaro pubblico, dall’altro si abusa della propria carica per favorire conoscenti, ed ingigantire la macchina del consenso basata sul clientelismo.

“Non si salva nessuno” -verrebbe da dire- o, per utilizzare le parole di un vecchio detto: “Il più pulito ha la rogna”. Tuttavia, al di là del facile populismo, credo sia doveroso fare un’analisi attenta del problema. Innanzitutto, credo che il fattore più preoccupante sia l’abitudine di noi italiani a questi scandali: ormai non ci scandalizza più nulla, né un arresto, né un indagine, né una condanna. Bisogna cominciare a dire basta alle ruberie dei partiti, senza però prescindere da essi. Sono ancora convinto (anzi, queste inchieste non fanno altro che rafforzare le mie convinzioni) che i partiti possano fare molto per rialzarsi autonomamente da questa melma che hanno creato essi stessi, e per recuperare quella dignità ormai perduta. C’è bisogno di uno sforzo collettivo, di abbandonare i lussi per dare voce a tutte le piccole ma dignitose sezioni dei piccoli comuni che vivono -o sopravvivono- soltanto grazie al contributo dei tanti militanti che fanno politica per passione e non per lucro. Sono gli amministratori comunali, i giovani, i pensionati, che credono ancora che la politica possa tornare ad essere il pane della democrazia, ed animano le sezioni e le aule consiliari, senza far rumore, senza guardare ai Palazzi del potere.
Perché la politica non può prescindere dai partiti, nè i partiti possono prescindere dall’onestà.
Questa è l’unica massima, l’unica regola che può guidare l’Italia e la politica italiana fuori dal baratro senza fondo.

Pubblicato: 07 Maggio 2012Ultima modifica: 08 Luglio 2022