Ci sono ambienti, dei quali il più conosciuto rappresentante è il Sen. Carlo Giovanardi, che sostengono che opporsi agli accertamenti geognostici prescritti per il deposito di gas di Rivara dalla Commissione di Valutazione d’impatto ambientale è un atteggiamento oscurantista, perché significa opporsi a ricerche scientifiche e quindi si tratta di un vero e proprio “scandalo mondiale”.
Occorre chiarire che quelle che vengono definite pomposamente “ricerche scientifiche” sono in realtà normalissime prospezioni geofisiche, da anni impiegate nelle ricerche petrolifere e assolutamente routinarie. Si tratta di tre sondaggi meccanici, realizzati per di più a un distanza di pochissimi chilometri l’uno dall’altro, in punti scelti a priori, quando si sa che i punti devono sempre essere scelti in base ai risultati delle indagini geofisiche, in quanto queste ultime richiedono un controllo di tipo diretto, cioè sondaggi meccanici. Tale anomalia è dovuta al fatto che in realtà si perforano dei veri e propri pozzi operativi, ossia destinati poi, in base al progetto, a iniettare il gas nel sottosuolo.
Due fori ravvicinati non sono certo sufficienti a chiarire la situazione del sottosuolo in un’area di un centinaio di chilometri quadrati che è quella della concessione governativa.
Va poi sottolineato come nel primo progetto presentato alla Commissione di Via, l’ERG non prevedesse ricerche e sondaggi di alcun genere (come invece la prassi avrebbe voluto). La fattibilità e la sicurezza dell’intervento erano basate solo sui dati geofisici dell’AGIP rilevati negli anni ’60 del secolo scorso e sulle stratigrafie dei pozzi sempre dell’AGIP.
Non è stato previsto poi alcun sondaggio meccanico per verificare la tenuta del deposito in corrispondenza delle “terre calde di Medolla”, che costituiscono un fenomeno geologico anomalo notevolissimo perché la zona occupata da tali terre è caratterizzata da temperature elevate in superficie tali da fare sciogliere la neve molto prima che nelle altre zone circostanti. Inoltre in un pozzo scavato alla fine dell’Ottocento in corrispondenza di esse si è incontrata la presenza, insieme ad acqua salata, di idrocarburi sia liquidi che gassosi che indubbiamente sono risaliti da una notevole profondità.
Ci chiediamo quindi se non siano questi ambienti, insieme a Giovanardi, ad essere all’oscuro del parere formulato dall’organismo statale competente in materia, l’ISPRA (che ha inglobato il servizio geologico nazionale) che, interpellato dalla Commissione di Via, ha giudicato senza se e ma che la fase di ricerche proposta dall’ERG non consente una conoscenza adeguata e più approfondita del comportamento della struttura geologica che dovrebbe ospitare il deposito.
Lo scandalo mondiale sta nel fatto che c’è chi parla senza conoscere tutti questi elementi tecnici che impongono di dare un giudizio negativo all’esecuzione delle prospezioni geognostiche proposte, anche perché non risultano di alcuna utilità per rispondere al problema della magnitudo dei terremoti dovuti alla sismicità indotta o attivata dalla costruzione del deposito .
Noi di una cosa ci dichiariamo essere all’oscuro: se i venti milioni di Euro previsti per eseguire le prospezioni godano di finanziamenti statali o europei, ed in caso affermativo in che misura.