L’imminente approvazione del Piano Attuativo Locale (PAL) da parte della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria è balzato alla ribalta dell’agenda politica locale, con il consiglio provinciale dello scorso 5 ottobre tutto dedicato a questo importante tema. Purtroppo, come spesso avviene in quest’epoca forzatamente bipolare, tutto ciò che la politica è chiamata ad affrontare si trasforma inevitabilmente in occasione di scontro, come se l’obiettivo fosse sempre e comunque quello di delegittimare l’avversario, anziché pensare al bene collettivo e al futuro delle nostre comunità. Il nostro partito come sempre, ha tentato di formulare le proprie proposte, tentando di guardare avanti e migliorare la gestione della sanità nella nostra provincia.
Con un ordine del giorno presentato in consiglio provinciale abbiamo chiesto a tutte le forze politiche di comprendere innanzitutto il contesto socio-economico in cui questo nuovo PAL viene approvato; la crisi economica sta mordendo sempre di più la nostre famiglie, le nostre imprese e persino gli enti locali. La sanità, quindi, non può continuare ad essere gestita con il pensiero che tanto le risorse non verranno a mancare; questo è stato l’enorme errore commesso dal PD in questi anni e la scelta della costruzione dell’ospedale di Baggiovara era e rimane figlia di quel pensiero.
L’attuale situazione di crisi, quindi, impone la necessità di verificare, aggiornare e mettere mano alle scelte contenute nel PAL in tempi brevi; abbiamo quindi chiesto ed ottenuto che nel PAL fosse inserito uno specifico impegno di verifica entro il prossimo anno.
Siamo consapevoli che permangono, all’interno del PAL, alcuni elementi che, se non adeguatamente riconosciuti ed affrontati, rischiano di rallentare lo sviluppo dei servizi territoriali, quali: l’eccessiva burocratizzazione, con tanti enti ed organizzazioni (Comuni, Unioni dei Comuni, ASP, Distretti, soggetti accreditati, ecc.) da mettere in rete, cosa difficilmente realizzabile; la modalità di pagamento a consuntivo delle prestazioni specialistiche e dei medicinali, realizzato sulla base delle spese effettivamente sostenute dall’ente produttore, rischia di non favorire processi di responsabilizzazione del singolo operatore della rete sui costi che vengono generati a carico del sistema sanitario; l’introduzione delle “Case della Salute”, pur essendo sicuramente un elemento fondamentale e positivo della proposta di PAL, rischia, se non opportunamente e diversamente tarato sui diversi territori, di portare in sé diversi limiti; permangono difficoltà relativamente alle dimissioni di pazienti sul territorio in quanto sono in continua crescita i ricoveri che, una volta terminata la fase acuta, rappresentano un caso più sociale che clinico.
Per migliorare queste criticità con il nostro ordine del giorno abbiamo proposto ed ottenuto:
a) l’avvio di percorsi sperimentali, che coinvolgano i medici di base e che implementino programmi di sostegno assistenziale alla non autosufficienza e alla cronicità, anche attraverso la formazione di assistenti domiciliari informali;
b) l’avvio di iniziative tese a migliorare l’integrazione socio-sanitaria, soprattutto nella gestione di cittadini con pluripatologie croniche ed invalidanti, implementando contestualmente percorsi sperimentali che prevedano la gestione della specialistica unitaria a budget, nonché promuovere e sostenere sul territorio la sperimentazione di un sistema mutualistico integrato. La continuità e stabilità della specialistica, infatti, rappresentano la possibilità di poter effettuare accertamenti di natura più complessa anche in ambito ospedaliero, riducendo concretamente, in questo modo, il ricorso all’accesso inappropriato ai pronto soccorso e/o all’uso sproporzionato dell’ospedalizzazione;
c) l’individuazione e implementazioni di strategie e percorsi che si pongano l’obiettivo di gestire, su tutto il territorio provinciale, le dimissioni ospedaliere in modo “protetto” ed efficace, orientandosi verso un’organizzazione più flessibile dei posti letto negli ospedali e nei centri socio-sanitari periferici e verso la costituzione di uffici di distretto che coordinino le dimissioni dagli Hub cittadini verso le strutture periferiche, agendo da cerniera ufficiale tra AUSL e Comuni/Unioni sul territorio.