Seimila metri quadrati di nuove superfici di vendita in meno rispetto alle proposte originarie per il non alimentare e il dimezzamento della possibilità di trasferimento di un alimentare a Soliera; l’impegno a rivedere la destinazione commerciale di quelle aree – oltre 200mila in tutto il territorio provinciale – individuate dalle precedenti programmazioni e finora non decollate; la destinazione di una quota delle risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione a politiche di valorizzazione e sostegno dei centri commerciali naturali o all’insediamento di nuove piccole imprese, da realizzare nei Comuni interessati in accordo con le associazioni economiche.
Sono alcuni degli impegni sottoscritti nei giorni scorsi tra la Provincia di Modena, i Comuni capidistretto e i sindaci dei Comuni interessati da nuovi insediamenti commerciali, riqualificazioni o modifiche di strutture esistenti (Modena, Concordia, Campogalliano, Castelfranco, Finale Emilia, Sassuolo, Formigine e Soliera) nell’ambito del percorso verso la definizione del nuovo Poic, il Piano provinciale degli insediamenti commerciali.
Recependo le preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria rispetto al rischio che la nuova programmazione possa avere un impatto negativo sulla rete commerciale esistente, il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha avanzato ai sindaci una serie di proposte che sono confluite poi in un documento siglato nei giorni scorsi e già presentato alle associazioni. «Siamo consapevoli delle difficoltà che sta attraversando il comparto commerciale a causa della crisi economica – spiega Sabattini – e per questo abbiamo concordato con i sindaci una serie di misure che mirano a garantire il più possibile un equilibrio nella rete commerciale, con un’attenzione particolare al tema dell’alimentare, evidenziato dagli operatori come il punto più delicato».
A questo proposito l’accordo prevede che «nelle porzioni di territorio provinciale interessate da importanti trasformazioni del sistema della viabilità (ad esempio Cispadana e “bretella”), in attesa che si ridefinisca il sistema della mobilità complessiva e per non appesantire il carico urbanistico, si valuta opportuno subordinare il rilascio di nuove autorizzazioni e l’individuazione di nuove aree per medio-grandi strutture di vendita ad una valutazione ed una verifica di compatibilità con la funzionalità della nuova rete stradale».
«La normativa europea non consente di applicare una moratoria, come avevano chiesto le associazioni di categoria – sottolinea Sabattini – ma gli impegni assunti dalla Provincia e dai sindaci dimostrano la volontà di procedere con un Piano il più condiviso possibile, pur nella consapevolezza che permangono, da parte delle associazioni del commercio, delle criticità. Ma la ripresa di un confronto positivo e costruttivo nel merito, da parte delle categorie, è un elemento positivo, che saluto con soddisfazione e che dimostra la volontà di assumersi ciascuno le proprie responsabilità. Come, d’altronde, il senso di responsabilità ha portato i sindaci a rimodulare le proposte per nuove aree commerciali, con una consistente riduzione delle superfici di vendita. Ricordo che le superfici alimentari previste dal Poic sono solo due: una da trasferimento, con ampliamento, a Formigine e una a Soliera, quest’ultima senza aumento di superficie complessiva. Le decine di migliaia di metri quadrati di cui si è parlato non esistevano prima e non esistono adesso. Con il Poic – conclude Sabattini – si prevede di dare il via nel breve periodo a poco più di 15mila metri di nuove superfici di vendita, cioè nell’arco di 3-5 anni, quando i consumi si spera siano ripresi. Ma i lavori per realizzarli iniziano subito, e rappresentano un volano per l’economia».
«Il ruolo delle istituzioni – sottolinea l’assessore alle Politiche per l’economia locale Daniela Sirotti Mattioli – è quello di trovare un equilibrio tra gli interessi, pur legittimi, di una categoria e quelli dell’intera collettività, compresi quindi i consumatori e i giovani, ai quali questo Piano riteniamo possa offrire opportunità attraverso la creazione di alcune centinaia di posti di lavoro. Ricordo – spiega ancora l’assessore – che le nuove aree commerciali previste dal Poic muoveranno investimenti significativi, e proprio per questo abbiamo richiamato nell’accordo la necessità che nella scelta delle imprese che dovranno realizzare le opere infrastrutturali, gli investitori si avvalgano del sistema delle imprese locali, che per costi e livello di qualità sono in grado di concorrere positivamente alla competizione. Così come chiediamo agli investitori di favorire accordi tra la distribuzione organizzata nel settore alimentare e i produttori locali, per valorizzare le produzioni tipiche locali e i prodotti Doc e Igp, elevando così il livello qualitativo dell’offerta».