Più imprese edili ma meno lavoro

Occupazione in calo e aumenta il rischio di “lavoro nero”.
[n. 5 - maggio 2011]

A fine 2010 erano attive a Modena 11.416 imprese edili, 73 in più rispetto all’anno precedente e quasi sullo stesso livello del 2007 e 2008. Nello stesso periodo però sono diminuiti i lavoratori: 906 i posti persi sulla base dei dati Inail e l’anno prima ne erano sfumati 1.452, dopo che nel 2008 ne erano spariti altri 951. Insomma, quasi 3.500 posti di lavoro in meno in tre anni con un fenomeno, però, che gli esperti dell’Osservatorio provinciale degli appalti descrivono come un superamento della tendenza degli anni scorsi a trasformare il lavoro subordinato in lavoro parasubordinato, autonomo o solo partita iva anche facendo ricorso a società di capitali che scontano meno oneri previdenziali per malattia, disoccupazione, pensioni: in un decennio sono più che raddoppiate nel settore delle costruzioni passano dalle 925 del 1999 alle 2.156 del 2010.

«Ora insomma si transita direttamente al lavoro nero, saltando la fase del cosiddetto “lavoro grigio”, con implicazioni preoccupanti per le tutele dei lavoratori, a partire da quelle previdenziali, e dando vita a un vero e proprio sfruttamento» spiega Vincenzo Pasculli, responsabile dell’Osservatorio, sottolineando che «la migrazione costante verso il sommerso aumenta il rischio di infiltrazioni, in particolare nei cantieri dei lavori privati».

Attraverso la lettura trasversale dei dati dell’Inail, della Camera di commercio, dell’Inps e delle Casse edili, l’attività dell’Osservatorio consente di tracciare una mappatura della struttura imprenditoriale del settore nel modenese la quale «continua a riorganizzarsi in strutture produttive più snelle che tendono a risparmiare sul costo del lavoro». Ma è una strategia perdente, servono invece «nuovi strumenti di resistenza all’infiltrazione tali da permettere di sviluppare la competitività nel territorio con sistemi produttivi frutto di ricerca avanzata che diano forza alle piccole e medie imprese che hanno la vocazione a crescere e strutturarsi».

Pubblicato: 09 Maggio 2011Ultima modifica: 31 Maggio 2022