Politiche integrate di formazione e lavoro

Meno risorse per i giovani, le donne e gli adulti over 45 anni.
Fabio Vicenzi, capogruppo UDC.
[n. 7 - luglio 2011 - Dal Consiglio]

In questo bipolarismo forzoso all’italiana, dove tutto viene sacrificato sull’altare della contrapposizione di schieramento, senza che si riesca mai (o quasi) ad approfondire gli argomenti oggetto di discussione, anche le politiche integrate di formazione e lavoro scontano la debolezza del sistema, e tra il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza, convinti di dare seguito e concretezza agli obiettivi condivisibili espressi dall’Assessore Ori, ed una incomprensibile astensione da parte di Lega Nord e PDL, lo scorso 15 giugno è stato approvato il documento programmatico provinciale 2011-2013.

Un documento che, nelle enunciazioni di principio, tende, in questo contesto generalizzato di crisi economica, a dare priorità alla difesa e alla ripresa dei livelli occupazionali, alla qualità del lavoro (specie per i giovani), alla formazione degli adulti, per consentirne un più rapido e veloce ricollocamento nel mondo del lavoro.

Sennonché, siffatti principi, degni di larga condivisione, sono destinati a rimanere lettera morta se non si fa attento e conseguente utilizzo delle risorse economiche che l’Europa mette a disposizione su queste tematiche; un pericolo, questo, molto più reale di quanto non sembri, visto l’accordo stipulato tra la Regione Emilia Romagna e tutte le provincie, ivi inclusa, quindi, anche quella di Modena.

Un accordo i cui criteri di suddivisione delle risorse europee hanno scarsa (se non addirittura inesistente) attenzione proprio ai giovani, alle donne ed agli adulti over 45, che rappresentano proprio le categorie più deboli di fronte all’enorme crisi del mercato del lavoro.

Con che coraggio il PD e l’intera maggioranza si erge a paladino delle classi più disagiate quando accetta supinamente le decisioni di una Regione che elargisce più risorse non alle provincie che hanno più giovani o donne disoccupati, ma a quelle che, invece, hanno più popolazione straniera? In questo sta la palese contraddizione della nostra provincia ed è per questo che l’UDC ha, da sola, votato contro una simile programmazione.

Come è possibile, a fronte di una situazione attuale dove ogni giorno apprendiamo notizie sull’elevata disoccupazione dei giovani, accettare un accordo in cui la voce giovani non viene minimamente presa in considerazione per suddividere le risorse sull’Asse I (adattabilità), e per quanto riguarda le risorse disponibili per l’Asse II (occupabilità) viene relegata a criterio di serie B, tanto da pesare meno di altri indicatori?

E’ troppo comodo prendersela solo con il Governo Berlusconi per il drastico calo delle risorse dovuto agli scellerati tagli lineari (che anche noi dell’UDC abbiamo criticato e continuiamo a criticare) se le (poche) risorse che abbiamo a disposizione non le facciamo fruttare al meglio.

Pubblicato: 09 Luglio 2011Ultima modifica: 09 Giugno 2022