Nel 2015 i 17 agenti in servizio della Polizia provinciale di Modena e le circa 70 guardie giurate volontarie faunistico venatorie hanno effettuato quasi 1800 controlli, di cui oltre 1200 in materia di caccia e quasi 400 di pesca, mentre i controlli ambientali sono stati 113 e gli interventi legati al codice della strada sono stati oltre 60.
Dai dati del rapporto sull’attività della Polizia provinciale emerge anche che le sanzioni amministrative elevate sono state 457: 256 in materia di caccia, 57 sul codice della strada, 89 la pesca e 55 sull’ambiente.
Tra le principali violazioni in materia di caccia spiccano il mancato rispetto delle distanze di sicurezza (20 verbali), delle giornate e periodi di caccia fissati dal calendario venatorio, del regolamento sugli ungulati e delle disposizioni sui piani di controllo del cinghiale, delle norme sui tesserini di caccia e sull’anagrafe canina.
Anche dopo il riordino istituzionale e il conseguente passaggio delle competenze sulla caccia e la pesca dalla Provincia alla Regione, la Polizia provinciale continua ad occuparsi della vigilanza e delle sanzioni relative a queste attività, a cui si aggiungono i piani di controllo della fauna selvatica a tutela dell’agricoltura e dell’equilibrio faunistico.
«Anche lo scorso anno – segnala Fabio Leonelli, comandante della Polizia provinciale – abbiamo ricevuto diverse segnalazioni dai cittadini sul mancato rispetto dei cacciatori delle distanze di sicurezza dalle abitazioni, mentre in materia ambientale gli interventi hanno riguardato soprattutto l’abbandono di rifiuti e di veicoli fuori uso, oltre allo spandimento di liquami e il mancato rispetto della normativa sui parchi e le aree protette».
Per quanto riguarda il codice della strada le sanzioni sono relative alla guida senza assicurazione, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, l’uso dei cellulari alla guida, i sorpassi azzardati e il mancato rispetto del semaforo rosso.
Sempre nel 2015 sono state inviate all’autorità giudiziaria anche sette informative di reato di cui due per violazioni ambientali e cinque in materia di caccia per maltrattamento animali e abbattimento di animali protetti.
La Polizia ha gestito, inoltre, quasi 300 chiamate telefoniche di cittadini (al numero 059 209525) che segnalavano situazioni di particolare criticità di cui 58 legate alla caccia, 24 a problema ambientali e oltre 200 richieste di interventi per il recupero di fauna selvatica in difficoltà in collaborazione con il Centro fauna selvatica Il Pettirosso.
Gli agenti coordinano anche i piani di controllo dei cinghiali e delle nutrie a tutela degli argini e coordinano il nuovo progetto per la cattura e lo spostamento di istrici e tassi per ridurre l’impatto delle tane sempre sugli argini.
Gli agenti controllano qualcosa come 250 mila ettari di territorio: 160 mila ettari di superficie cacciabile, circa 60 mila ettari di aree protette e le aree vicine ai centri abitati dove è vietato cacciare.