Siamo all’avvio dell’anno scolastico 2010/11, dopo la drastica riduzione della spesa per l’istruzione: riduzione presentata come una riforma epocale del sistema scolastico. Le esigenze del contenimento della spesa pubblica sono evidenti, ma dalle scelte del Governo emerge la volontà di penalizzare l’istruzione. Nella combinazione tagli e riforme funzionali sono mutilati fondamentali principi e obiettivi della formazione scolastica.
I tagli più pesanti colpiscono la scuola primaria e di I° grado dove si concretizza il principio costituzionale dell’uguaglianza delle opportunità.
Gli effetti nel lungo periodo saranno di avere giovani in genere meno attrezzati a continuare gli studi e quindi gli obiettivi di Lisbona 2000, che prevedono almeno il 90% di diplomati, ancorché lontanissimo al Sud, sarà peggiorato al Nord del Paese, né presumibilmente saranno avvicinati gli obiettivi della prosecuzione degli studi universitari e dell’aumento dei laureati in ambito scientifico.
Sarà davvero difficile formare i quadri tecnici delle imprese, uno degli obiettivi della presunta “riforma epocale” della scuola secondaria superiore, non per la riorganizzazione in sé degli indirizzi, quanto per la mancanza di organici adeguati ed investimenti sui laboratori, sulle tecnologie e sulla formazione dei docenti.
Nel frattempo sono stati quasi cancellati i fondi per l’alternanza scuola lavoro e per la terza area dei professionali. Difficile prevedere una ripresa dell’istruzione tecnica e professionale, mentre è più probabile, una maggiore licealizzazione, con una prevalenza dei percorsi liceali deboli. Il rischio e quello di avere molti precari per i call center e pochi tecnici davvero utili per la nostra industria manifatturiera; dall’agroalimentare, alla meccanica al tessile, al biomedicale. Il rapporto della scuola con il territorio, con il mondo economico e con l’idea federalista sarà al centro delle future scelte.
La Regione Emilia Romagna ha dedicato sempre energie e finanziamenti in settori che rappresentano la quota più importante del futuro e delle speranze di sviluppo della nostra area. In questa prospettiva un nuovo protagonismo della Regione Emilia Romagna nel settore dell’istruzione e formazione dovrebbe assumere obiettivi di trasformazione dell’intero sistema dell’istruzione con i seguenti traguardi:
a) fare integrazione ed alfabetizzazione verso gli stranieri, gli studenti in difficoltà e promuovere il successo scolastico, in particolare nello snodo del biennio superiore dell’obbligo;
b) valorizzare le eccellenze con piani formativi personalizzati ed orientati anche verso la formazione universitaria o post diploma;
c) ampliare il piano dell’offerta formativa per sviluppare l’identità della scuole come interfaccia dell’identità del territorio puntando all’apertura della scuole, in controtendenza rispetto alle scelte che portano ad una descolarizzazione ed alla chiusura della scuola.
d) assumere l’orientamento come progetto di vita. Sostenere la didattica per competenze e la diffusione e documentazione della cultura tecnologica. Sostenere il valore culturale della formazione liceale: presenza sul territorio, interazione con la città e con i servizi culturali e sociali.
Occorre assolutamente aumentare la collaborazione fra le scuole. Bisogna organizzare servizi scolastici per reti di scuole nell’ambito della messa in comune di ambito amministrativo-tecnico, nella gestione di procedure amministrative del personale, nell’ambito didattico nella individuazione di progetti di formazione, nella gestione di stage lavorativi e di terza area per gli istituti professionali e nella messa in comune di docenti. In particolare:
- attivazione di conferenze territoriali per l’offerta formativa per l’individuazione delle quote di flessibilità del 30 – 35 % delle scuole superiori che correggano gli errori della riforma;
- un piano di investimenti sui laboratori per la didattica e la formazione scientifica e linguistica;
- progetti di alternanza scuola e mondo del lavoro attraverso patti di sviluppo e di valorizzazione della formazione nell’impresa, in particolare per l’istruzione tecnica e professionale;
- la creazione di un sistema integrato fra formazione professionale, scuole e mondo del lavoro;
- costituzione di un servizio autonomo di orientamento territoriale che indirizzi le scelte degli studenti e che fornisca una corretta informazione anche tenendo conto della domanda del mondo produttivo.
Nell’applicazione del titolo V della Costituzione e nell’ambito della piena attuazione delle competenze Regionali è giunto il momento di una diversa gestione degli organici regionali della scuola e di attivare norme regionali di natura contrattuale che favoriscano la stabilità dei docenti e la valutazione degli istituti scolastici.