Province, vittime sacrificali della politica

Serve una riorganizzazione strutturale degli enti per rendere più snella la macchina politica.
Sergio Pederzini, Capogruppo Idv.
[n. 11 - dicembre 2011 - Dal Consiglio]

Sembra che le Province arriveranno al termine del loro mandato di scadenza naturale, e quelle al voto nel 2012 verranno commissariate, fatto salvo che dobbiamo ancora capire se questa decisione è o no quella definitiva dato i continui e repentini cambi di opinione degli ultimi giorni. Detto questo un importante quesito che ci si pone è quello di comprendere come dovranno essere strutturati i bilanci per arrivare a copertura dei vari compiti che ancora saremo tenuti ad assolvere; e soprattutto, il governo centrale ci concederà o no dei trasferimenti per continuare il nostro operato, se sì, in quale entità?

È risaputo che Italia dei valori da molto tempo chiede la soppressione o un ridimensionamento degli enti provinciali, ma da attuare con un percorso strutturato, condiviso e partecipato, preparando strutturalmente ed economicamente Comuni e Regioni che dovranno espletare le funzioni delle quali oggi noi ci occupiamo e che verranno a loro delegate. Su molte tematiche riteniamo che l’ente regionale sia ad oggi molto distante e ci sia il bisogno concreto di creare o meglio potenziare una struttura di area vasta che sia in grado di dare risposte certe, concrete e celeri a cittadini, aziende, associazioni o a chiunque si rivolgerà loro. Stesso discorso vale per i Comuni, i quali in molti casi potrebbero essere accorpati o perlomeno dovrebbero crearsi delle Unioni di Comuni le cui funzioni principali potrebbero essere svolte assieme.

Voglio ricordare che pochi mesi fa alla Camera era stata presentata una proposta di eliminazione delle Province da attuare con un iter ben stabilito, ma solamente i gruppi di Italia dei valori e Udc hanno votato a favore, allora tutti gli altri partiti ritenevano inopportuna questa richiesta. Oggi tutti i gruppi politici spingono per farsi promotori di questa istanza, come se le Province fossero il male incurabile della politica, l’ente inutile del quale sbarazzarsi, ma noi interpretiamo questo loro cambio di opinione in una sola maniera, hanno bisogno di una vittima sacrificale da offrire al popolo, per poter dire che è stato fatto qualcosa per ridimensionare i costi della politica. Ma noi non chiediamo solo un taglio dei costi, bensì un’ottimizzazione e riorganizzazione strutturale degli enti per rendere più snella la macchina politica. Inoltre mi domando, ma tutti quegli enti parastatali, quelle società partecipate, le pseudo organizzazioni associative non le ridimensioniamo? Non valutiamo che anche lì sussistono degli sprechi.

Il percorso che era stato proposto in prima istanza dall’attuale Governo, non aveva basi strutturate per essere attuato, dava proprio a intendere la pochezza con la quale era stato valutato dal proponente, secondo loro bastava trasferire gli uffici da un posto all’altro cambiare le targhette sulle porte e trasferire il personale. Per fortuna sono professori.

In questi giorni vede la luce la nuova manovra denominata “Salva Italia”, che non sembra proprio molto equa, per ora il nostro pensiero è “Chi salva gli italiani da questa manovra”.

Pubblicato: 20 Dicembre 2011Ultima modifica: 11 Luglio 2022