Come si presenta il paesaggio rurale dell’Appennino a 40 anni di distanza dalle prime rilevazioni effettuate tra gli anni ’70 e ’80? In quale stato troviamo oggi borghi, case sparse, mulini, oratori ed edifici rurali? La risposta è contenuta nel volume “Rifotografare – Insediamenti storici e beni culturali 40 anni dopo” dedicato al territorio dei comuni di Palagano e Prignano, prodotto dalla Provincia di Modena con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Modena e in vendita nelle librerie (prezzo di copertina 15 euro).
Curato da Antonella Manicardi e Maria Giulia Messori, il volume mette a confronto le immagini del passato con quelle di oggi: oltre 600 immagini per documentare i cambiamenti di questi ultimi anni.
Emerge un patrimonio diffuso di grande interesse da valorizzare anche se diversi insediamenti civili non tutelati hanno subito diversi mutamenti.
La ricerca a Palagano e Prignano rappresenta il primo volume di un’opera complessiva dedicata all’Appennino modenese nelle valli dei torrenti Dolo, Dragone e Rossenna che prevede, in futuro, la pubblicazione di due volumi dedicati ai territori di Frassinoro e Montefiorino, il primo, e di Lama Mocogno e Polinago, il secondo.
L’iniziativa si inserisce nell’attività di conoscenza a supporto degli enti locali e della pianificazione territoriale del servizio Urbanistica della Provincia ed è svolta in collaborazione con la Regione e l’Istituto beni culturali (Ibc).
Complessivamente sono stati censiti quasi 400 località distribuite in 45 frazioni su una superficie di quasi 400 chilometri quadrati.
Un lungo viaggio tra frazioni, borgate, case sparse, alla ricerca anche dei dettagli più significativi tra antichi portali, archi, loggiati, edicole sacre, stemmi e decorazioni che restituiscono un passato ricco di storia.
Il punto di partenza e di confronto fotografico è il censimento del 1981 dal titolo “Insediamento storico e beni culturali dell’alta valle del Secchia”, realizzato da Provincia e Ibc, arrivato dopo le indagini sull’architettura rurale della montagna modenese della metà degli anni ’70, a cui prese parte anche il fotografo Paolo Monti.