Salute bene meritorio

Oggi più che mai necessario garantire il diritto alla salute come diritto universale.
Patrizia Cuzzani, Capogruppo Gruppo misto.
[n. 10 - novembre 2011 - Dal Consiglio]

L’attuale impegno di denaro pubblico per la tutela della salute dei cittadini non può più essere mantenuto, questo è l’assunto di manovre e manovrine che ogni volta erodono un pezzo del nostro diritto a stare bene. L’ultimo provvedimento tremontiano chiede alla sanità un rilevante contributo per il risanamento della finanza pubblica, e nel triennio 2011-2013 la priverà di una cifra pari a 10 miliardi di euro. Per mantenere gli attuali livelli di spesa sanitaria significherà dunque che le famiglie dovranno intervenire con propri contributi, calcolati dal CEIS in 5000 euro l’anno a nucleo. Il Governo ci dice che la spesa è divenuta ormai insostenibile, i provvedimenti sono necessari, ma io ritengo che siano discutibili visto che molti sacrifici graveranno ancora, e soprattutto, sui pensionati, sulle famiglie monoreddito, sui lavoratori dipendenti e su chi ha familiari affetti da patologie invalidanti che richiedono assistenza e cure continue.

Raramente mi succede, ma oggi sono d’accordo con gli economisti che definiscono la salute un merit good, un bene meritorio nel quale sono condensati valori non negoziabili di natura etica e civile, oltre che sociali ed economici. Io penso che il contenimento della spesa sanitaria sia un problema economico, ma sia prima di tutto una questione politica: di valore attribuito alle priorità sociali, di fissazione di obiettivi di budget e di determinazione delle tariffe, ma anche di meccanismi di programmazione, monitoraggio e controllo.

Il sistema sanitario emiliano-romagnolo ha come tratti fondamentali la virtuosa integrazione fra politiche di sviluppo economico, politiche per l’occupazione e politiche sociosanitarie, in un quadro complessivo che mira alla coesione sociale.

L’intreccio e l’interdipendenza delle politiche costituiscono la ricchezza del tessuto produttivo e sociale della regione e lo rendono un modello di sviluppo economico, in coerenza con il modello europeo. Fino ad ora, però. fino a questi tagli che sono specchio di una mancanza a livello centrale di politiche per la salute eque ed adeguate.

Una politica sanitaria positiva diviene motore e condizione per la qualità sociale del territorio, per lo sviluppo economico e per la competitività delle imprese, diviene anche un fattore produttivo.
Chiedo che tutti gli attori della concertazione vengano chiamati in causa, per garantire il diritto alla salute come diritto universale, oggi più che mai

Il PAL che viene ora implementato nella provincia di Modena è un piano concertato, discusso e definito nell’ambito di un quadro politico economico che risente di una totale e tragica mancanza di certezze. I quattro principi chiave espressi nel PAL sono potenziamento dell’assistenza e dei servizi forniti sul territorio, rimodulazione dei ruoli delle strutture ospedaliere, maggiore integrazione tra i servizi esistenti, semplificazione organizzative: tutto condivisibile e apprezzabile, ma senza nessuna base finanziaria certa.

Sono stata eletta a Castelfranco Emilia, comune in cui ha sede l’Ospedale Regina Margherita che risente di ondate polemiche che portano alla periodica formazione di Comitati cittadini in sua difesa dal 1992, data in cui la Regione Emilia Romagna, con l’approvazione e il silenzio dell’allora Sindaco di Castelfranco (Fausto Galetti), stabilì che “la Regione, inoltre, all’entrata in funzione dell’ospedale di Baggiovara, provvederà alla dismissione o riconversione degli Ospedali Civile, Estense e Castelfranco Emilia.” Si sapeva già, si conferma oggi che non avremo più l’Ospedale con i servizi del 1992, serve solo il coraggio di usare parole chiare e prospettare certezze non fumose possibilità.

Ho presentato una interrogazione (che allego) con la quale chiedo, appunto, parole certe sulle scelte per l’ospedale castelfranchese: nel dibattito svoltosi il 5 ottobre 2011 in Consiglio Provinciale mi è stato detto che non chiuderà, che verranno potenziati i reparti già attivi, che sorgerà una Casa della salute (o meglio verrà collocata nello stabile ospedaliero), che sarà garantito un pronto intervento ed un’auto medica. Ho fiducia in queste parole espresse dal Presidente Sabbatini, ma sicuramente vigilerò affinché questi servizi vengano garantiti ai miei concittadini.

Pubblicato: 09 Novembre 2011Ultima modifica: 10 Giugno 2022