Lo scorso lunedì 17 settembre i soci di Seta sono stati chiamati ad eleggere il nuovo CDA della società dopo le clamorose dimissioni di due dei 5 componenti del CDA stesso, tra cui l’Amministratore delegato della società, rappresentante di Herm, Claudio Cavalli.
Purtroppo, alla vigilia di questo importante appuntamento, la dirigenza aziendale non ci aveva ancora fornito quei dati e quei piani, da noi ripetutamente richiesti, e ritenuti di fondamentale importanza per eleggere un nuovo CDA, con il compito di spingere la società verso il futuro e soprattutto invertire la rotta rispetto al grave buco di bilancio, salito in nemmeno 8 mesi, da 2,9 milioni previsti nel piano industriale a 5 milioni di euro.
La fallimentare storia viene narrata nel giro pochi mesi. E oltre al danno economico c’è anche la beffa. La nuova società del trasporto pubblico, che si basa sul contributo e sui servizi forniti dai e ai soci territoriali rappresentati da Modena, Piacenza e Reggio, continua a trattare i soci stessi come sudditi, che pretende di interpellare solo per pagare e per ratificare scelte calate dall’alto senza di fatto il loro coinvolgimento. Gli Enti locali che, a differenza di Sassuolo, hanno votato a favore della fusione accettando a scatola chiusa un piano industriale raccontato senza nemmeno chiedere il parere di un supervisore, ora dovrebbero svegliarsi e non continuare a lasciarsi trascinare bendati su questa strada.
Perché, prima di essere chiamati ad ogni altra valutazione sul nuovo CDA e sul futuro della società, non ci sono stati forniti i dati di bilancio disaggregati per bacino, per capire quanto ha fatto e deve fare Modena a confronto di Reggio e Piacenza?
Perché non ci sono stati indicati i parametri oggettivi di quantificazione del costo dei servizi, per ragionare con cognizione di causa sui dati di bilancio?
Perché, a differenza degli altri enti, Modena si è presentata alla fusione con un pareggio di bilancio e una dote di milioni di Euro costati già molti sacrifici ai nostri cittadini?
Una cosa è certa e intendiamo ribadire: Il bacino di Modena non può né deve pagare anche per i debiti altrui. I cittadini devono sapere che i soldi per coprire le perdite di Seta, voluta a tutti i costi ed in fretta dalle amministrazioni locali che non hanno voluto ascoltare le nostre valutazioni ed i nostri dubbi, verranno oltre che dal costo dei biglietti, anche e sopratutto dalle imposte, come per esempio l’IMU, pagate da tutti i cittadini.
Modena, che dopo anni aveva messo i conti in ordine, oggi è quella che rischia di pagare di più le conseguenze delle scelte sbagliate e degli errori dell’attuale governance e del precedente CDA di Seta.
Ora noi diciamo basta a salti nel buio. Prima di ogni valutazione e scelta vogliamo conoscere l’esatto contributo, in termini economici e di servizio, che fino ad ora Modena ha portato alla società, quali impegni oggi vengono richiesti ai singoli soci per ripianare l’enorme disavanzo e quali garanzie, anche da parte della Regione, per uscire dal grave disavanzo creato. Abbiamo chiesto al Presidente Sabattini sia un confronto di merito sul futuro sia di farsi portatore di queste istanze alla Regione.
Sia come consigliere provinciale che come Assessore con delega alla mobilità di Sassuolo, ho dichiarato la mia contrarietà alla nascita di Seta. Sassuolo è stato l’unico Comune che tra gli altri enti della provincia, compresa la stessa Amministrazione provinciale, ha votato contro a questa fusione. Oggi ci troviamo ad essere tristi profeti di una situazione gestionale ed industriale poco chiara e degenerata completamente in pochi mesi. Ma avere visto lungo e avere ragione su questo disastro non basta. Il nostro obiettivo è continuare a tutelare l’interesse dei cittadini. Per questo ci opporremo in tutte le sedi alla richiesta avanzata da Seta di ulteriori sacrifici per Modena, ovvero meno chilometri e biglietti più cari.
Ricordiamo che Seta ha diritto di chiedere solo quello che la legge le consente e la legge regionale prevede la proroga del contratto. Questo significa, almeno per tutto il 2013, stessi km e stesse tariffe. Ed è questo che chiediamo e che ci aspettiamo. La Regione che tanto ha voluto Seta, adesso non si chiami fuori lasciando la patata bollente in mano ai Comuni. Ulteriori richieste sono per il nostro bacino inaccettabili.
Gli amministratori che hanno detto sì a Seta, senza nemmeno chiedere, come da noi richiesto, un supervisore per valutare i conti dell’operazione, dovrebbero dare spiegazioni ai cittadini ed unirsi a chi, come noi, ritiene che la richiesta di nuovi sacrifici e nuovi tagli a Modena sia semplicemente da rispedire al mittente.